“Ho dipinto cento croci senza mostrare devozione. Sono ‘quasi’ ateo. Sono ‘asintomatico’”, non rivelo sintomi apparenti di fede religiosa. Più che agnostico, sono diversamente credente. Quando mi chiedono se credo rispondo come faceva Matisse: ‘Credo quando dipingo‘”. Vittorio D’Augusta, pittore nato a Fiume ma riminese d’adozione da quando aveva 11 anni, racconta così la sua personale “Quadri messi in croce” inaugurata oggi nei locali dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dalla presidente Emma Petitti.
Con alle spalle una lunga carriera internazionale, D’Augusta dal 2020 si è dedicato al tema della “croce”. “Ho dipinto cento croci, o, più esattamente, ho messo una croce sopra fogli in parte già dipinti. Dipinti, però, con troppa disinvoltura e a mente vuota ma con ostinata fiducia nell’antica pratica della pittura che consente la libertà di ‘errare’, nel senso doppio di vagabondare e di sbagliare, entrambe esperienze di felicità rischiosa”, spiega D’Augusta nel ricordare come “in queste opere il quadro diventa il supporto che regge la croce”.
A fare gli onori di casa all’inaugurazione è la presidente Emma Petitti che ricorda: “Vittorio D’Augusta è un artista dalla consolidata notorietà in campo nazionale ed internazionale. Ha attraversato tutti gli anni settanta e ottanta da protagonista, esponendo in numerose mostre personali e nelle principali mostra collettive. È stato uno degli artisti che hanno fatto parte di quel movimento teorizzato da Renato Barilli chiamato ‘I Nuovi Nuovi’. Con loro ha esposto nei più importanti musei del mondo, distinguendosi per una sua personalissima vena artistica. Questa mostra vuole essere anche il momento per ringraziare tutti coloro che in questi anni difficili, segnati prima dal Covid e ora dalle alluvioni ,con sullo sfondo guerre che creano paura, hanno reso possibile le mostre d’arte in Assemblea legislativa”.
La genesi della mostra e il suo significato sono affidati al curatore, Sandro Malossini per il quale “la croce è uno dei simboli umani più antichi: è una figura geometrica fatta di due linee che si incrociano ad angolo retto, nella numerazione romana è il simbolo del numero 10, rappresenta il segno di addizione e quello di moltiplicazione. Questa mostra espone opere dell’autore realizzate in più momenti della sua carriera. Mi piace ricordare che per tutta la durata della mostra in Assemblea legislativa due opere di D’Augusta, sempre a tema ‘croci’, saranno esposte nei locali della Fondazione Lercaro di Bologna”.
Una “collaborazione” confermata anche da Giovanni Gardini, direttore della Fondazione Lercaro, che parla “anche come ex studente di D’Augusta. Tutti noi ex studenti gli siamo grati per la passione che ci ha sempre trasmesso. La Fondazione è onorata di ospitare alcune sue opere”
La mostra “Quadri messi in croce” è visitabile in viale Aldo Moro, 50 a Bologna fino al 25 ottobre dal lunedì al venerdì (festivi esclusi) dalle ore 9 alle ore 18.
(Luca Molinari)