COMUNICATO
Parità, diritti e partecipazione

Nell’aula bunker della Dozza si parla di misure alternative, presentata guida per i detenuti

Le misure alternative alla detenzione (l’affidamento in prova ai servizi sociali, la detenzione domiciliare, la semilibertà e la liberazione anticipata) sono provvedimenti restrittivi della libertà personale e incidono sulla fase esecutiva della pena principale allo scopo di realizzare la funzione rieducativa

“Un vademecum, il ‘Codice ristretto. Guida sintetica per orientarsi negli articoli dell’ordinamento penitenziario finalizzati a ottenere misure alternative al carcere’, rivolto alle persone ristrette che possono chiedere l’accesso alle misure alternative alla detenzione. Un contributo per agevolare i detenuti nella conoscenza delle norme che regolano i percorsi di risocializzazione, ma anche un sintetico supporto di rapida consultazione per chi opera in carcere a diverso titolo”. Queste le parole del Garante regionale delle persone private della libertà personale, Marcello Marighelli, al seminario, sul tema misure alternative, tenuto nell’aula bunker della casa circondariale di Bologna, incentrato sul nuovo vademecum rivolto ai carcerati. Un incontro, dal titolo “Alternative. Misure e norme che regolano l’esecuzione penale e i percorsi alternativi al carcere”, promosso dalla Camera penale Franco Bricola di Bologna in collaborazione con lo stesso Garante regionale.

“Un volumetto semplice e agile che il detenuto può utilizzare per orientarsi sul sistema delle norme penitenziarie che regolano il suo percorso verso la fuoriuscita dal carcere, permessi premio e misure alternative alla detenzione (la detenzione non può essere l’unica soluzione)”, ha poi spiegato Stefania Pettinacci, responsabile dell’Osservatorio diritti umani, carcere e altri luoghi di privazione delle libertà della Camera penale Bricola di Bologna.

Dello stesso parere Giuseppe Amato, procuratore capo della Procura della Repubblica di Bologna: “La carcerazione deve essere accompagnata da quelle misure, più importanti per il ristretto, rivolte al recupero e alla riabilitazione, per dare una speranza”.

Le misure alternative alla detenzione (l’affidamento in prova ai servizi sociali, la detenzione domiciliare, la semilibertà e la liberazione anticipata) sono provvedimenti restrittivi della libertà personale e incidono sulla fase esecutiva della pena principale e hanno lo scopo di realizzare la funzione rieducativa.

“In Emilia-Romagna sono attualmente in esecuzione circa 3mila misure alternative, un numero che possiamo scremare perché ci sono anche quei ristretti con pene più lunghe, che ritroviamo tutti gli anni”, ha spiegato la presidente del Tribunale di sorveglianza di Bologna, Antonietta Fiorillo.

È poi intervenuta la direttrice della Dozza, Claudia Clementi: “È importante continuare a parlare di carcere, in maniera pubblica e condivisa, rivolgendosi alla collettività. Questo è un vademecum molto importante, rivolto ai detenuti che possono informarsi sulle norme del codice di procedura penale relative alle misure alternative: uno strumento utile anche a tutte le figure che a vario titolo operano in carcere”.

Un volumetto, ha concluso Riccardo Polidoro, responsabile dell’Osservatorio carcere UCPI, “che consente ai detenuti in maniera immediata di comprendere le possibilità per accedere alle misure alternative, in base agli anni o ai mesi residui di pena. Uno strumento utile anche per il tribunale e l’ufficio di sorveglianza, che potrà godere di una diminuzione del carico di lavoro. Con questa guida, infatti, verranno presentate istanze possibili e non infondate. Un’iniziativa che promuoveremo in tutte le Camere penali territoriali”.

Il vademecum, curato degli avvocati Chiara Rizzo e Marco Federico Strozzi, è stato redatto dall’Osservatorio carcere della Camera penale di Bologna con la collaborazione del Garante regionale.

(Cristian Casali)

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