“Quante famiglie nomadi sono state inserite nei normali contesti abitativi grazie al contributo regionale di 20mila euro erogato nel 2004 al Comune di Carpi (Mo)?”. Lo chiedono Galeazzo Bignami e Enrico Aimi (Fi) in una interrogazione rivolta alla Giunta per sapere, più in generale, “se esiste uno studio regionale che renda conto di quante persone di origine rom e sinti sono passate, dal 1989 a oggi, a una normale situazione abitativa stanziale in abitazioni convenzionali”, come giudica la Regione “l’esperienza delle microaree realizzate nel modenese” e se l’ente regionale “ha provveduto, negli anni, a chiedere un report dettagliato al Comune di Modena circa l’effettiva integrazione di rom e sinti all’interno della comunità di accoglienza”.
I due consiglieri vogliono inoltre sapere “quante sono le microaree attuali realizzate nel modenese e quante persone vi abitano”; “quanti minori vivono queste aree e quale è il loro grado di scolarizzazione”; quale “la tipologia di lavoro prevalente”; se le famiglie “sono intestatarie delle utenze”, quali i dati circa “l’eventuale morosità sul pagamento delle bollette e dei canoni eventualmente dovuti al Comune di Modena” e se esistono casi in cui il Comune di Modena “abbia effettivamente fatto decadere la concessione”.
I consiglieri, infine, chiedono di sapere “quale tipologia di abitazione è realizzata su queste aree modenesi”; se a tali abitazioni il Comune di Modena “applica la normale tassazione relativa a Imu, Tasi e Tari” e se, più in generale, “esiste uno studio che possa attestare la positività dell’esperienza delle microaree a Modena” e se queste, a distanza di otto anni dalla loro realizzazione, “hanno portato in seguito le famiglie ivi residenti a optare gradualmente per una normale e convenzionale soluzione abitativa”.
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