“Il Corecom è un’impresa pubblica virtuosa: costa alla collettività assai meno di quanto restituisce nel suo complesso e lo dimostrano anche i dati relativi al 2018”. Il Comitato regionale per le comunicazioni dell’Emilia-Romagna presenta un bilancio positivo ai consiglieri della Commissione Parità sulle attività svolte lo scorso anno. Fra le funzioni dell’organo dell’Agcom che agisce sui mezzi di comunicazione di massa in ambito locale, si segnalano quelle di vigilanza sul rispetto della par condicio, di monitoraggio delle trasmissioni radiotelevisive, di educazione dei media, con iniziative dedicate soprattutto ai minori, e di tutte le attività di conciliazione e definizione delle controversie tra operatori di telecomunicazioni e utenti.
Oltre a segnalare nei mesi di luglio e agosto 2018 “un’intensa attività di par condicio per il referendum sulle fusioni di Comuni” che ha coinvolto alcuni Comuni emiliano-romagnoli, il presidente Stefano Cuppi ha illustrato la “svolta epocale” del 23 luglio 2018 nelle procedure di conciliazione: la nuova piattaforma Conciliaweb, che ha offerto l’opportunità ai cittadini di presentare al Corecom via web le proprie istanze nei confronti degli operatori tlc e, che, ovviamente, ha avuto anche un grande impatto sull’organizzazione del Comitato. Cosa cambia per il cittadino? Ogni utente, invece di presentare la propria istanza di controversia, potrà direttamente caricarla via web con documentazione allegata e, dopo un primo tentativo di negoziazione diretta, interviene il mediatore del Corecom, via chat, nelle ‘conciliazioni semplificate’, che invita le parti a raggiungere un accordo. Alcuni casi vengono comunque affrontati con un’udienza, specialmente se riguardano più operatori telefonici. “Conciliaweb è stato introdotto da Agcom su tutto il territorio nazionale” spiega il vicepresidente Alfonso Umberto Calabrese e, “con l’avvio, sono sorte alcune criticità legate soprattutto alla calendarizzazione informatica delle udienze, ma l’Emilia-Romagna sul territorio nazionale è all’ottavo posto con 242 pratiche concluse su 2.224 già caricate e 1.982 in corso”.
Il bilancio del 2018 è comunque positivo poiché sono già state concluse quasi tutte le conciliazioni presentate prima dell’avvento di Conciliaweb. Si registra anche “un incremento del 30% in più di istanze presentate” rispetto al 2013. Ma, soprattutto, “il dato preponderante”, insiste il vicepresidente, “è rappresentato dall’esito positivo delle conciliazioni che in percentuale sono il 75%. “Questo vuol dire che il Corecom ha restituito per il numero di accordi raggiunti un totale di 1.188.378 euro ai cittadini, se si considera il valore medio di una conciliazione di 354 euro. Tra l’altro- continua il vicepresidente- a questa somma andrebbe anche aggiunta quella della conciliazione diretta per la quale però non è stato ancora possibile estrapolare i dati. Per questo, il Corecom funziona come “una struttura pubblica virtuosa”.
Non solo, altra novità è una forma di tutela in più introdotta a garanzia di cittadini e imprese. Si tratta di “un nuovo servizio per verificare che gli operatori tlc rispondano effettivamente alle istanze entro 60 giorni di notifica dall’atto”. Il Corecom si occupa di monitorare e controllare e, dopo opportuna segnalazione in caso di inadempimento, arriva la sanzione da Agcom.
Corecom a dicembre 2018 avrebbe anche intrapreso “un lavoro sul tema del digital divide” insieme agli enti locali. Oltre a offrire assistenza agli utenti che, per fattori geografici, socio-culturali ed economici, non possono accedere alla piattaforma Conciliaweb, il Comitato si è proposto l’obiettivo di sviluppare punti di accesso su tutto il territorio. Grazie alla collaborazione con Anci, verranno assicurate nelle sedi dei Comuni postazioni web per accedere alla piattaforma digitale. L’accordo è stato sottoscritto a maggio scorso dal presidente Cuppi anche se nessuna notizia è uscita per i vincoli sulla par condicio.
Soddisfatto un consigliere di Sinistra italiana che a luglio scorso aveva presentato un’interrogazione su Conciliaweb, in quanto non si prevedeva la possibilità per i cittadini di farsi assistere dalle associazioni dei consumatori. “Ora invece apprendo che verranno ulteriormente ridotte le difficoltà di accesso a questa piattaforma e non saranno solo i singoli a muoversi. Mi sembra un buon lavoro per favorire anche la consapevolezza dei cittadini su questo importante servizio”.
(Francesca Mezzadri)