Sviluppare politiche di parità e contro le discriminazioni, anche in ambito sportivo, è un obiettivo che si pone la Regione Emilia-Romagna attraverso l’adozione della Carta etica dello sport. In commissione Parità, presieduta da Federico Amico, si è fatto il punto in merito a sport e questione di genere. “Un tema di particolare interesse -ha sottolineato Amico- e dall’analisi della clausola valutativa della legge regionale era opportuno proporre alle riflessioni dei consiglieri ciò che vuole fare la Regione sulle questioni di genere nello sport”.
Il capo della Segreteria politica della presidenza di Giunta, Giammaria Manghi, ha sottolineato: “Siamo grati all’Assemblea per aver arricchito la Carta etica dello sport rispetto al lavoro che dobbiamo affrontare, introducendo principi come il diritto di ogni cittadino emiliano-romagnolo a praticare sport senza distinzione di genere e il contrasto alle disparità per chi pratica sport agonistico. La Carta, inoltre, impegna le società sportive a valorizzare la partecipazione femminile. È poi compito delle amministrazioni pubbliche assicurare la messa in pratica di questi valori. Per questo siamo in campo per sollecitare l’adesione alla Carta etica prevedendo una premialità nei bandi che prevedono finanziamenti alle società sportive”.
Manghi ha evidenziato che già nel bando 2021 ci sono 4 progetti che hanno registrato afferenza ai punti della Carta etica con progetti che vedono soprattutto partecipazione femminile. Sono, inoltre, numerosi gli eventi sportivi del 2022 che si caratterizzano per il focus sul genere ospitati in Emilia-Romagna come il Giro d’Italia femminile, il calcio a cinque, il duathlon e il triathlon, l’amichevole di calcio Sassuolo-Bayern Monaco che si svolgerà al Mapei stadium di Reggio Emilia. Questi e altri eventi, alcuni già svolti, altri che saranno ospitati nei prossimi mesi, saranno arricchiti con talk e occasioni di riflessione. Il capo della Segreteria politica, infine, ha ricordato che entro il mese di luglio verrà consegnato uno studio su come sono state affrontate le restrizioni nella pratica sportiva durante la pandemia.
Gioia Virgilio autrice insieme a Silvia Lolli del libro “Donne e sport. Analisi di genere continua”, ha sottolineato che “ancora oggi esistono ostacoli e discriminazioni basati su stereotipi di genere che le atlete spesso devono affrontare”.
Manuela Claysset, responsabile delle politiche di genere della Uisp ha spiegato: “Secondo i dati Istat siamo un popolo che fa molta attività fisica e le donne sono in continua crescita nella pratica sportiva anche se gli uomini sono ancora di più. Il problema, per le italiane che praticano sport a livello professionistico, è che sono ancora penalizzate in termini di riconoscimenti economici. Negli ultimi anni sono stati fatti passi avanti: è stata riconosciuta la maternità alle atlete professioniste ed è stato riconosciuto il professionismo per le calciatrici di serie A. Sono piccoli passi avanti ma c’è ancora tanto da fare. A partire dal linguaggio di genere, per il quale abbiamo lavorato su linee guida per i giornalisti. Per la tenuta del sistema dobbiamo fare i conti con le difficoltà economiche legate alla pandemia”.
Per Roberta Mori (Partito democratico) “le nostre azioni avranno peso quando riusciremo bene a misurarle attraverso i dati. È necessario che l’accessibilità allo sport sia maggiormente inclusiva e come istituzioni dobbiamo porci come propulsori di una cultura sempre più adeguata e di genere”.
Silvia Zamboni (Europa Verde) ha fatto un plauso alle autrici del libro “Donne e sport” perché “abbraccia in maniera originale molti aspetti dell’attività sportiva, ambito in cui la disparità di genere è ancora diffusa. È importante che la Regione tenga presente che vanno fatti investimenti per lo sport femminile”.
(Lucia Paci)