COMUNICATO
Imprese lavoro e turismo

PESCA. ASSEMBLEA APPROVA ALL’UNANIMITÀ RISOLUZIONE: SÌ AD INASPRIMENTO SANZIONI CONTRO PRATICHE ABUSIVE, MODIFICARE NORMA CHE PENALIZZA DILETTANTISMO

PESCA. ASSEMBLEA APPROVA ALL’UNANIMITÀ RISOLUZIONE: SÌ AD INASPRIMENTO SANZIONI CONTRO PRATICHE ABUSIVE, MODIFICARE NORMA CHE PENALIZZA DILETTANTISMO

Mettere mano alla legge regionale che disciplina la pesca nelle acque interne per contrastare in maniera più incisiva il fenomeno della pesca di frodo “che sta depauperando la fauna ittica dell’Emilia-Romagna”. Inoltre, “incentivare la pesca sportiva e dilettantistica tenendo viva una tradizione radicata nei territori”. È quanto chiede una risoluzione approvata all’unanimità dall’Assemblea legislativa.

Nel documento, presentato da Paolo Calvano e Marcella Zappaterra (Pd) e da Alan Fabbri e Marco Pettazzoni (Lega nord), si segnala che i corsi di acqua regionali, con particolare riferimento al fiume Po, sarebbero “oggetto, da diverso tempo, di una vera e propria azione predatoria” da parte di pescatori che, attraverso reti, elettrostorditori e altri strumenti, provocherebbero “un progressivo impoverimento della quantità e qualità della fauna ittica” mentre risulterebbe “poco incisivo” il regime sanzionatorio, per il “basso importo delle sanzioni e della mancata possibilità, da parte delle autorità preposte, di sequestrare mezzi ed attrezzatura”.

Inoltre – si legge nella risoluzione – alcune disposizioni contenute nelle “Norme per la tutela della fauna ittica e dell’ecosistema acquatico per la disciplina della pesca, dell’acquacoltura e delle attività connesse nelle acque interne” (L.r. 11/2012) “avrebbero creato diversi problemi ai pescatori dilettanti”. Tra questi, ci sarebbe l’inserimento della carpa (Cyprinus carpio) “fra le specie alloctone”, con la conseguente mancata tutela del pesce, e “con obbligo da parte del pescatore di non procedere alla sua reimmissione in acqua”. Una delle novità introdotte dalla norma – aggiungono i firmatari – consiste nel “divieto di utilizzo di esche vive con l’obiettivo di evitare la divulgazione di pesci alloctoni, obiettivo ugualmente perseguibile attraverso l’innesco di carassi (Carassius carassius) o breme (Abramis brama) pescati in loco”.

La risoluzione approvata impegna quindi la Giunta regionale a valutare l’opportunità di consentire la reimmissione del pesce in acqua, limitatamente all’attività di carp fishing, a rendere possibile l’utilizzo di esche di pesce non vivo porzionato, secondo una tradizione e modalità di pesca risalente nel tempo, e a prevedere o sollecitare, nei limiti delle competenze regionali, un inasprimento delle sanzioni amministrative e accessorie, che fungano da deterrente nei confronti dei pescatori di frodo.

Visto infine che la legge 11, all’articolo 29, introduce una clausola valutativa, per cui ogni cinque anni l’Assemblea legislativa esercita il controllo sull’attuazione della legge e ne valuta i risultati, i firmatari chiedono che alla competente commissione assembleare sia trasmessa una relazione che tenga conto dei rilievi sollevati nella risoluzione, anche prevedendo proposte di modifica alla norma.

(is)

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