Serve un accordo tra i Paesi che affacciano sull’Adriatico sulle quote massime di pesce azzurro pescabile in un anno. Senza, il futuro del settore è a rischio. A metterlo nero su bianco sono 13 consiglieri del Partito democratico che attraverso una risoluzione (primo firmatario Giorgio Pruccoli) chiedono alla Giunta di portare “nelle sedi idonee l’attenzione sul tema” in modo tale da trovare “soluzioni che consentano la sopravvivenza del settore economico e la sopravvivenza delle specie ittiche”.
Il fortissimo calo della pesca, dovuto in primo luogo alla scarsità della risorsa, ha portato le marinerie di Ancona, Cattolica, Porto Garibaldi e “ora anche quella di Rimini” a rinunciare ad un mercato che, per il capoluogo romagnolo, portava in città dalle “6.000 alle 8.000 casse di pesce al giorno”. Una rinuncia sancita, ricordano i democratici, dalla rottamazione degli ultimi due, dei dieci che furono, pescherecci d’altura.
“Il problema della scarsità di risorsa- spiegano i dem- è aggravato dalle modalità intensive con cui, in particolare la flotta croata, sfrutta questo pesce che rischia di scomparire dai nostri mari. Quindi, mentre è necessario elaborare modalità che agevolino i nostri operatori a proseguire la loro attività, occorre contestualmente intavolare a livello comunitario gli approfondimenti necessari a giungere ad un accordo sulle quote annuali massime pescabili dai Paesi che affacciano sull’Adriatico”.
(Andrea Perini)