COMUNICATO
Governo locale e legalità

Piscina Monterenzio. Stesso gestore da 15 anni, Fi: verificare trasparenza affidamento

Il consigliere chiede alla Giunta regionale anche di sensibilizzare gli enti locali a non abusare della modalità di affidamento diretto per la gestione di impianti e spazi pubblici

Verificare che le proroghe legate alla concessione della gestione della piscina di Monterenzio, effettuate dal Comune bolognese, rispettino i basilari principi di libera concorrenza. A chiederlo, con un’interrogazione, è Forza Italia.

Con varie delibere comunali, la gestione è stata affidata e poi prorogata di anno in anno alla cooperativa Sogese. Quindi “da 15 anni c’è sempre lo stesso gestore”, spiega il capogruppo, che sottolinea come “sostanzialmente non sia mai stata indetta una gara a evidenza pubblica per l’assegnazione dell’impianto di Monterenzio, configurando una possibile violazione dell’articolo 23 della legge 62 del 2005 che ha introdotto un divieto generalizzato di rinnovazione dei contratti delle pubbliche amministrazioni in ossequio a un sostanziale rispetto dei principi comunitari di concorrenza, non discriminazione e trasparenza”.  La norma citata, inoltre, consentirebbe la proroga dei contratti pubblici solo al ricorrere di specifiche condizioni e la “proroga massima prevista per legge è di 6 mesi e solo in casi specifici e motivata dalla necessità di esaminare una proposta di finanza di progetto presentata”.

Per questo il consigliere azzurro chiede alla Giunta regionale “se ritenga che le proroghe legate alla concessione della gestione della piscina di Monterenzio rispettino o meno i basilari principi di libera concorrenza e temporaneità relativi alla gestione di un impianto pubblico; se intenda illustrare le motivazioni per le quali il Comune di Monterenzio, praticamente da quando è stato realizzato l’impianto, non ha mai proceduto a una gara ad evidenza pubblica per assegnare la gestione dell’impianto; se la Regione intenda adottare azioni amministrative per sensibilizzare gli enti locali a non abusare in modo reiterato e continuato della stipula di contratti di affidamento per la gestione di spazi pubblici o di servizi e forniture, tutelando il principio di libera concorrenza; per quale motivo le spese di manutenzione dell’impianto siano a carico del Comune e non della società che lo ha in gestione; se si configura un possibile danno erariale per il Comune, visto che quest’ultimo non percepirebbe né utili né entrate dalla concessione dell’impianto natatorio; se ritenga opportuno effettuare proposte di iniziative amministrative all’Assemblea legislativa”.

(Margherita Giacchi)

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