Il trasferimento dell’ufficio postale dal quartiere fieristico a Fico finisce al centro di un’interrogazione presentata dalla consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Silvia Piccinini. “Dal 15 novembre -spiega- l’ufficio postale del quartiere fieristico è chiuso, a fronte del suo trasferimento a Fico, eliminando un servizio fondamentale agli enti, alle imprese, alle associazioni ed ai cittadini che lavorano e vivono nell’area del Fiera district”.
Un attacco, quello della consigliera regionale, ai soggetti pubblici come il Ministero dell’Economia e delle finanze e la Cassa depositi e Prestiti, tra i principali azionisti di Poste italiane, perché “non hanno esitato a chiudere un ufficio di servizio alle imprese, agli enti e ai cittadini, per trasferirlo direttamente dentro un centro commerciale del settore alimentare, con il deliberato scopo di essere funzionali alla spedizione dei pacchi alimentari e degli acquisti effettuati a Fico”.
Dunque, per Piccinini, “un servizio di proprietà prevalentemente pubblica viene sottratto alla funzione di servizio pubblico per collocarlo invece in una posizione utile solo a chi va in visita alla struttura e fa acquisti”. E insiste: “Mentre Poste Italiane chiude uffici in molti Comuni e località, mentre sono formalmente in piedi tavoli congiunti fra Regione, Anci e Poste Italiane per monitorare la riorganizzazione del servizio di recapito in Emilia-Romagna, si tolgono servizi rivolti alla collettività per sostituirli con altri rivolti alla sola Fico”.
Per questo la consigliera interroga la giunta per sapere “se nel tavolo richiamato si sia discussa l’ipotesi dello spostamento dell’Ufficio postale di piazza Costituzione all’interno e al servizio di Fico, come giudichi la scelta di chiudere uffici aperti a tutti per sostituirli con altri utilizzabili nei fatti dai clienti di società partecipate da imprese ritenute prossime alla maggioranza di governo regionale dalle cui fila provengono esponenti di rilievo della giunta”.
(Margherita Giacchi)