COMUNICATO
Parità, diritti e partecipazione

Question time. Continua l’accoglienza ai bambini Saharawi in Emilia-Romagna per l’estate

L’iniziativa era stata interrotta per la pandemia, Costa e Pd chiedono di riprendere quindi l’assistenza sanitaria ai bambini del deserto, ospiti di famiglie e associazioni del territorio

Anche quest’anno verranno garantiti i servizi sanitari in Emilia-Romagna ai bambini Saharawi come nel periodo pre covid. Lo ha annunciato l’assessore regionale alla sanità, Raffaele Donini, rispondendo ad un’interrogazione del Partito democratico, con primo firmatario Andrea Costa, in Assemblea legislativa.

“La vicenda del popolo del popolo del Sahara occidentale è ben conosciuta tra questi banchi – spiega il consigliere Costa riferendosi all’intergruppo di amicizia dell’Assemblea formato da una quindicina di consiglieri di diversi partiti – . Un paio di settimane fa abbiamo incontrato la ministra della salute del popolo Saharawi che ci ha dato conto delle condizioni di difficoltà dei bambini che vivono nei campi profughi e nel clima torrido del deserto. Condizioni che sono peggiorate dopo la pandemia”.

Il consigliere ricorda che la Regione dal 1999 offre ospitalità e accoglienza a molti bambini durante i due mesi estivi, in famiglie e in associazioni, per lenire il disagio del clima del deserto, e garantisce assistenza sanitaria a carico dal servizio sanitario regionale, quando necessario. Sessantasei bambini sono stati anche sottoposti a interventi di alta specialità. Ma, durante il periodo della pandemia, l’iniziativa è stata interrotta. Da qui parte la richiesta di “associazioni e comuni del territorio che quest’anno hanno già cominciato ad organizzare il ritorno dei ‘piccoli ambasciatori di pace’, ma hanno bisogno di capire come procedere”.

L’assessore conferma quindi l’impegno della Regione che, assicura, “aderisce anche quest’anno all’iniziativa di accoglienza, nonostante i ritardi dovuti all’emergenza pandemica”. Sarà quindi possibile scegliere un pediatra ed effettuare gratuitamente visite e controlli nelle strutture pubbliche regionali, se reputato necessario.

“È importante far arrivare il messaggio – dichiara quindi Costa – che l’Emilia-Romagna non solo è pronta ad accogliere i profughi ucraini, ma non dimentica neanche i patti di fratellanza e gemellaggio che la legano agli altri popoli del mondo”.

(Francesca Mezzadri)

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