La giunta dica se i lavori del cavalcavia lungo la tratta ferroviaria Sassuolo-Formigine – che ha portato alla soppressione del treno – termineranno il 13 giugno 2023, come annunciato.
Lo ha chiesto, in un question time, il consigliere Luca Cuoghi (Fratelli d’Italia). La risposta è arrivata dall’assessore ai Trasporti e alle infrastrutture, Andrea Corsini. “La linea Formigine-Sassuolo vedrà il nuovo orario di servizio nel dicembre 2023, mentre la chiusura della tratta Modena-Sassuolo terminerà il 10 giugno 2023” ha scandito l’assessore.
Da giugno dello scorso anno si sta lavorando per costruire un sovrappasso ferroviario per sostituire il passaggio a livello su una strada importante per il distretto ceramico. I treni sono così stati sostituiti dai bus. Un’interruzione prolungata, sottolinea Cuoghi, che ha “ricadute pesanti sull’utenza, con l’utilizzo di servizi sostitutivi più lenti del treno e cambi di mezzo che induce una parte dell’utenza all’utilizzo di autovetture”. Uno dei problemi maggiori, continua il consigliere di Fdi, riguarda le coincidenze e il viaggio dei bus che complica la vita a chi ha orari rigidi, come gli studenti o il personale di due ospedali, che in alcuni casi hanno perso il treno a Formigine che li avrebbe poi condotti a Modena. Il bus parte 10-15 minuti prima dei treni, ma la corsa dura circa 40 minuti, considerando anche le fermate. I viaggiatori fanno sacrifici perché sanno che i lavori sono importanti, ma vorrebbero conoscere il termine previsto per l’ultimazione dei lavori.
L’assessore ha detto di aver contatto Fer, che gestisce le infrastrutture ferroviarie regionali. “La chiusura della linea Modena-Sassuolo durerà fino al 10 giugno 2023 e non si andrà oltre. Il termine dei lavori per il sovrappasso a Sassuolo è previsto nell’estate 2023. Poi si realizzeranno l’armamento e gli impianti dei servizi. Nel dicembre 2023, con il nuovo orario di servizio, si riattiverà il traffico sulla tratta Formigine-Sassuolo”.
Cuoghi si è detto insoddisfatto della risposta: “Avevamo il sospetto che un anno non fosse sufficiente. Ora scopriamo che si aggiunge l’estate e altri mesi ancora, cioè si arriverà a due anni. E questo non va bene per i tanti abbonati che aspettano un servizio”.
(Gianfranco Salvatori)