COMUNICATO
Sanità e welfare

Question time Facci (Lega): “I punti nascita in montagna vanno riaperti”

“La Regione preferisce puntare sull’Osservatorio per i parti e abbandonare le strutture?”. L’assessore Donini: “La volontà di riaprili c’è. Nel 2020 e 2021 abbiamo inviato al Ministero il documento sulla fattibilità per la riapertura, ma non abbiamo ancora ricevuto un parere”

La giunta illustri “le attività svolte dalla Commissione consultiva tecnico-scientifica sul percorso nascita, a due anni dalla nomina, e, in particolare, quali siano state le attività propedeutiche alla riapertura del Punto nascita presso l’Ospedale di Porretta Terme”.

A voler conoscere lo stato della situazione è il consigliere Michele Facci (Lega) che, al Question time, ricorda come la riapertura dei Punti nascita in montagna chiusi a Porretta Terme (2014), Castelnovo Monti, Pavullo nel Frignano e Borgo Val di Taro (2017) sia stato inserito nel programma di mandato di questa giunta. Una scelta riconosciuta come “errata dallo stesso presidente Stefano Bonaccini“, ha detto Facci. Il consigliere è partito dal parto extra ospedaliero e dalla costituzione di un Osservatorio regionale. “L’assessore Donini – ha scandito – nel difficile periodo 2021 del Covid disse: “riapriremo i punti nascita, rimedieremo”. Pochi mesi dopo venne alla luce un’analisi tecnica sulla riapertura, di cui, però, non abbiamo più saputo nulla. L’Osservatorio vuole qualificare l’assistenza al parto. Cosa è cambiato oggi? Come si concilia con la commissione sul percorso nascita, che dura tre anni, con l’Osservatorio a un anno dalla scadenza? Si intende proseguire con quest’ultimo e non con la riapertura dei Punti nascita? La riapertura si intende abbandonata?”.

A rispondere è stato l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, secondo cui “l’attività dell’Osservatorio è indipendente dalla riapertura dei Punti nascita. La donna può scegliere dove partorire. La Commissione nascita regionale monitora le possibilità di assistenza al parto. Non è cambiato nulla. Per i punti nascita chiusi o sospesi, nel 2022 la Regione ha chiesto al ministero della Salute una deroga per l’apertura dei punti dove ci sono meno di 500 parti anno. Nel 2020 e 2021 è stato inviato al ministero il documento di fattibilità di riapertura dei Punti nascita in montagna. Non abbiamo ancora ricevuto un parere. Non nego che la carenza di personale sia alla base della chiusura di alcuni punti nascita, ma ribadisco la volontà politica della riapertura per le strutture in montagna”.

Facci ha replicato che “la risposta fa chiarezza sull’Osservatorio. La sanità in montagna va, però, incentivata, rendendo i posti appetibili ai sanitari per far crescere le domande nelle strutture periferiche”.

Il consigliere ha scritto che nel 2021, con una delibera di giunta, sono stati nominati i componenti della commissione consultiva tecnico scientifica sul percorso nascita. La commissione, continua Facci, dovrà collaborare con i Servizi sanitari “nel monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi delle delibere di Giunta regionale inerenti il percorso nascita e del citato Accordo del 16 dicembre 2010 della Conferenza Unificata”, valutare i dati sulla qualità dell’assistenza del percorso nascita, promuovere in montagna la sperimentazione “dell’assistenza nella rete dei servizi per i primi mille giorni di vita” oltre a garantire le attività “dei sistemi di sorveglianza della mortalità materna e di quella perinatale e dell’osservatorio sul parto a domicilio e definire e sostenere le attività di formazione regionale collegate al percorso nascita).

L’interrogazione è stata sottoscritta dall’intero gruppo del Carroccio: Gabriele Delmonte, Daniele Marchetti, Massimiliano Pompignoli, Matteo Montevecchi, Emiliano Occhi, Valentina Stragliati, Matteo Rancan, Fabio Bergamini, Maura Catellani, Stefano Bargi, Simone Pelloni, Fabio Rainieri e Andrea Liverani.

(Gianfranco Salvatori)

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