Garantire il diritto del paziente al suicidio medicalmente assistito senza alcuna obbligatorietà di qualsiasi tipo di terapia alternativa come precondizione al cosiddetto “fine vita”. Lo chiede Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle) con un’interrogazione con la quale invita la giunta a prendere le distanze da quanto dichiarato dalla direttrice dell’ospedale Sant’Orsola Chiara Gibertoni e dal senatore Graziano Delrio secondo i quali il suicidio assistito “va evitato con il ricorso alle cure palliative”. Piccinini chiede inoltre un’audizione nella commissione dedicata.
“Il fine vita -ha sottolineato la consigliera- non può essere ostaggio di una maggioranza divisa ma deve essere oggetto di un dibattito condiviso e trasparente. Le cure palliative vanno intese alla stregua di un’opportunità da sottoporre al vaglio del paziente al fine di ridurne le sofferenze, non potendo, al contrario, in alcun modo rappresentare un’imposizione o un ostacolo al suicidio medicalmente assistito. Le dichiarazioni di Gibertoni e Delrio non aiutano a fare chiarezza. Lo stesso presidente Bonaccini, la presidente dell’Assemblea Petitti, l’assessore alla Sanità Donini, e numerosi esponenti della maggioranza di governo regionale si sono più volte pronunciati a favore di una legge che garantisca il pieno esercizio del diritto al suicidio medicalmente assistito”.
Ha risposto l’assessore alla Sanità Raffaele Donini: “Non è compito nostro dare censure alle libere opinioni. La dottoressa Gibertoni ha inoltre rettificato le dichiarazioni rese. Non ho problemi a dare fin da ora la mia disponibilità per l’audizione in commissione”.
La consigliera ha replicato: “Le dichiarazioni sono comunque gravi benché rettificate. Il dibattito deve essere trasparente e bisogna parlarne nei luoghi deputati: Assemblea e commissione. Aspetto risposte per quanto riguarda l’audizione e l’iter per il progetto di legge in materia che ho depositato”.
(Lucia Paci)


