Il presidente Stefano Bonaccini, nella sua duplice veste di presidente della Regione Emilia-Romagna e presidente del Partito democratico, dica se intende “onorare gli impegni assunti con i cittadini emiliano-romagnoli, le autonomie locali e le realtà aderenti al Patto per il Clima e il Lavoro, invitando i parlamentari del proprio partito ad approvare il Disegno di legge recante ‘Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione’ onde consentire alla Regione Emilia-Romagna di ottenere celermente la tanto ambita autonomia differenziata”. Anche in considerazione che oggi il Parlamento inizia la discussione sul disegno di legge sull’autonomia.
E’ la domanda del capogruppo della Lega, Matteo Rancan, al presidente della Regione, posta al question time. Al capogruppo ha risposto il sottosegretario alla presidenza della giunta, Davide Baruffi.
Rancan ripercorre la storia: L’Emilia-Romagna nell’ottobre 2017 – dopo il voto favorevole di una risoluzione presentata dal Carroccio – ha attivato le procedure e assunto i pareri del Consiglio delle Autonomie e dei soggetti aderenti al Patto per il Clima ed il Lavoro. La risoluzione “ha conferito il mandato al presidente della Regione di avviare il negoziato con il governo in relazione agli ambiti prioritariamente individuati nell’atto stesso”. Dopo altri passaggi, nel giugno 2021 “l’Assemblea legislativa ha ribadito l’impegno della Regione a proseguire il negoziato con il governo ai fini dell’Intesa prevista dall’articolo 116″.
Rancan ha preso atto che la necessità di una legge quadro “ha sostanzialmente bloccato per cinque anni le richieste di autonomia differenziata” delle Regioni a statuto ordinario. Nel febbraio 2023, il Consiglio dei ministri “ha approvato il disegno di legge recante “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario”. Il testo, incardinato al Senato, è stato approvato e trasmesso alla Camera” nel gennaio 2024. La Camera ha iniziato la discussione generale dello stesso nella seduta del 29 aprile 2024, e nel corso della seduta del 29 maggio ha respinto le questioni pregiudiziali. Dalle elezioni politiche del 2022, prosegue Rancan, “il Partito Democratico ha assunto una posizione di esplicita ostilità nei confronti della richiesta di autonomia differenziata avanzata, fra le altre, dalla Regione Emilia-Romagna”. Il capogruppo conclude sostenendo che la fine anticipata della legislatura si avvicina e “urge fare chiarezza circa gli intendimenti della giunta e del suo presidente in ordine alla richiesta di autonomia differenziata” che è stata ribadita nel Programma di governo della Regione, “e mai ad oggi smentita in atti”.
Baruffi ha risposto: “Credo che il governo abbia commesso un errore nel trasformare una materia delicata in questiona divisiva nel Paese. E’ l’approccio opposto a quello perseguito in Emilia-Romagna. Due modi di procedere opposti con due obiettivi. Il nostro voleva rendere più performante il sistema decisionale per sostenere famiglie e imprese. Il governo ha agito per dividere il fronte istituzionale, visto che 19 Regioni e 2 Province autonome avevano sottoscritto il “manifesto per l’autonomia”. Ma il governo, varando la Finanziaria 2023, introduceva la previsione dei Lep (Livelli essenziali di prestazione). E qui c’è un disallineamento tra quanto contenuto nella legge di Bilancio e il ddl Calderoli sui Lep. I lep andrebbero predeterminati solo sulle materie dell’autonomia. In seguito si disse che i Lep erano determinati da una serie di decreti legislativi. L’esito era scontato: dall’accordo con le Regioni si attendeva il parere della conferenza unificata, ma Anci e Upi non hanno rilasciato il parere. E’ una riforma per le autonomie che è contro le autonomie. Questo ha gettato una luce fosca sul provvedimento parallelo avviato per la riforma costituzionale. Serve una leale collaborazione istituzionale, che oggi manca”.
Matteo Rancan si è detto “molto deluso dalla fiducia riposta nel presidente Bonaccini. Noi come tanti cittadini e categorie economiche. Quando votammo il mandato al presidente per trattare abbiamo dato fiducia a Bonaccini. Doveva essere una battaglia trasversale, ma si è trasformata in battaglia politica da quando Bonaccini cambiò posizione durante il congresso del Pd. E questo significa che il Consiglio regionale può fare e dire, ma alla fine chi decide è il presidente. Se su tre Regioni che erano d’accordo l’unica che si sfila è quella governata dal centrosinistra significa che c’è una scelta politica. Se l’Emilia-Romagna avrà l’autonomia grazie al governo di centrodestra, Bonaccini avrà perso un’occasione”.
(Gianfranco Salvatori)
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