“Dopo sei anni è doveroso avere tempi certi sulla realizzazione del nuovo ospedale di Piacenza. A tutt’oggi, il Comune non è in possesso dell’area e si dovrà espropriare un’area agricola, non edificabile, che si trova la di fuori della tangenziale. Un fatto che comporterà ricorsi e allungherà ancora i tempi. Credo si sia fatta la scelta peggiore, non lungimirante. La Regione dica se esiste un cronoprogramma e se le scelte locali sulla localizzazione della stessa possono avere effetti nefasti sui tempi di realizzazione”.
Lo ha detto la consigliera Katia Tarasconi (Partito democratico) in Aula presentando un’interrogazione sul nuovo nosocomio, che dovrebbe sostituire l’attuale ospedale Guglielmo da Saliceto, dove c’è una carenza di spazi.
All’atto ispettivo ha risposto l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, affermando che “ad oggi è impossibile fare una previsione sui tempi, ma la Regione non si farà carico degli oneri di urbanizzazione”. Donini ha poi esposto le fasi dei vari passaggi: il 12 luglio è prevista l’approvazione del Psc, poi ci sarà l’accordo territoriale tra Comune, Ausl, Provincia, Regione e Consorzio di bonifica, per opere principali e accessorie. Dal finanziamento del ministero saranno necessari circa 8 anni per completare l’opera.
Dal cronoprogramma, continua Tarasconi, “emerge che, fatta la gara di progettazione, con un costo complessivo stimato di 156,3 milioni di euro, tecnologie escluse (in gran parte già coperto da fondi statali e regionali), si potrebbe arrivare in tempi celeri all’avvio della costruzione”. A preoccupare sul rispetto dei tempi “ci sono le incognite derivate dalle scelte locali di individuazione del sito, che al momento del presente atto sembrano poter produrre contenziosi di durata indefinita (sia dal soggetto proprietario che dall’attuale utilizzatore), tali da mettere a rischio la realizzazione stessa dell’opera”.
L’Area 6, spiega la consigliera, “è all’esterno della tangenziale e quindi oltre il limite fissato dalla legge regionale per costruire”; è un terreno agricolo da espropriare a una cooperativa agricola che da anni promuove coltura imperniate sulla biodiversità e impiega personale svantaggiato, ha vasche di laminazione che proteggono i terreni circostanti e la parte di città dal rischio esondazioni, si trova a fianco della casa circondariale.
La consigliera dem ha concluso sostenendo che “il ritardo nelle procedure di realizzazione del nuovo ospedale, che può scaturire dalla possibile erronea individuazione dell’area di realizzazione, può originare maggiori costi a carico della collettività (per il mantenimento a lungo del vecchio ospedale e per il contenzioso che potrebbe scaturire per l’area individuata), i maggiori costi potrebbero configurare un’ipotesi di danno erariale”.
(Gianfranco Salvatori)