COMUNICATO
Sanità e welfare

Question time Zamboni (Europa verde): “Garantire diritto all’interruzione di gravidanza in tutti gli ospedali della regione”

L’assessore alla Sanità Donini: “Nel 2020 è sempre stata erogata la prestazione in tempi rapidi nonostante la consistente presenza di obiettori”

In Emilia-Romagna la percentuale di ginecologi e anestesisti obiettori di coscienza  oscilla tra il 60% e il 100% e, alla luce di questi dati, la consigliera Silvia Zamboni (Europa Verde) ha presentato un’interrogazione a risposta immediata per sapere se e come la Giunta intenda garantire il diritto all’interruzione di gravidanza in tutte le strutture sanitarie della regione e l’accesso completo ai dati sulla presenza di obiettori (ginecologi, anestesisti e personale non medico) disaggregati per provincia, per ogni singola azienda sanitaria, struttura ospedaliera e consultorio familiare autorizzati.

“L’interruzione di gravidanza è un percorso che per le donne non è una passeggiata e quindi porto questa interrogazione in Aula oggi, 8 marzo. L’Emilia-Romagna – ha ribadito Zamboni – si è sempre impegnata nella difesa e piena applicazione della Legge 194/78 sull’aborto, riconoscendone il valore sociale e sanitario, civile e politico. Il 15 novembre scorso, la Direzione generale Cura della persona, salute e welfare, in risposta a una mia richiesta presentata in settembre, mi ha trasmesso solo alcuni dei dati, e in forma aggregata, specificando che ‘gli ultimi dati disponibili sull’obiezione di coscienza sono riferiti all’anno 2020 e quelli relativi al 2021 saranno disponibili a maggio/giugno di quest’anno’. I dati ottenuti riguardanti l’obiezione di coscienza in Emilia-Romagna sono comunque allarmanti ed evidenziano un altissimo numero di obiettori di coscienza tra ginecologi e anestesisti in tutta la regione. Alla Ausl di Piacenza il 77% dei ginecologi è obiettore, nella Ausl di Ferrara il 69%, nella Aou di Parma il 62,5%, nelle Aou di Modena e Ferrara il 52,9%, nella Aou di Bologna il 47,5%, nelle Ausl Romagna e Parma in media il 43%. Per quanto riguarda gli anestesisti, nella Ausl di Piacenza il   61,5% è obiettore e nella Ausl di Parma il 64,5%”.

Zamboni ha poi precisato che l’Ausl Reggio Emilia è l’unica struttura, su richiesta di un gruppo di coordinamento femminista, ad aver fornito subito i dati disaggregati per ogni singolo ospedale e consultorio, indicando anche la tipologia del personale obiettore, ovvero distinguendo tra ginecologi, anestetisti e personale non medico.

“Dalla mappatura – ha aggiunto la consigliera – risulta che nelle province di Bologna e Ferrara gli ospedali con le più alte percentuali di ginecologici obiettori sono il   Sant’Orsola di Bologna, dove il 71,05% di ginecologi sono obiettori, e l’ospedale di Cento con il 66,7% di ginecologi obiettori. Nella provincia di Modena e    nell’ospedale di Mirandola i ginecologici obiettori sono il 60%, nell’ospedale di Pavullo e di Sassuolo sono il 50%. In Romagna, nell’ospedale degli Infermi di Faenza sono il 66,7% e colpisce il dato degli anestesisti obiettori che raggiunge il 76,92%. Nella provincia di Reggio Emilia la struttura ospedaliera di Guastalla raggiunge il 100% di ginecologi obiettori e quella di Castelnuovo né Monti il 100% di anestesisti obiettori.

“L’interruzione di gravidanza gratuita, medicalmente assistita e sicura – ha chiuso Zamboni – è un diritto di tutte le donne e la Regione Emilia-Romagna è tenuta a    garantirla a tutte le donne che ne facciano richiesta, come previsto dalla legge 194/78”.

L’assessore alla Sanità Raffaele Donini ha risposto: “Dai dati emersi sull’interruzione di gravidanza del 2020, risulta che tutti i servizi hanno sempre erogato la prestazione nonostante la consistente presenza di obiettori. L’accesso al servizio è avvenuto in tempi congrui: entro 15 giorni nel 90% dei casi richiedenti. La suddivisione tra medici e anestesisti e obiettori non ha quindi inficiato la prestazione. L’obiettivo condiviso resta comunque quello di rafforzare la trasparenza dei dati e la condivisione delle informazioni su una tematica così importante”.

Zamboni si è detta “soddisfatta per la disponibilità della Regione a rendere disponibili i dati, auspicando che questa disponibilità si traduca in azioni concrete e sollecitando le Aziende sanitarie affinché forniscano i dati. Dalle informazioni rese, nonostante l’alto tasso di obiezione, le strutture hanno evaso le richieste ricevute e questo è positivo”.

(Lucia Paci)

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