Ventotto milioni per il Fondo regionale per la non autosufficienza, 18 milioni per il finanziamento aggiuntivo per livelli di assistenza superiori ai LEA (livelli essenziali di assistenza), 7 milioni per le politiche per gli affitti e 20 milioni per l’edilizia sanitaria e il suo efficientamento energetico. Sono le principali voci a carattere socio-sanitario presenti nell’assestamento di Bilancio 2023, la manovra di bilancio estiva presentata oggi nel corso della commissione politiche per la Salute, presieduta da Ottavia Soncini, composta, oltre che dall’assestamento, dal rendiconto e dal collegato normativo.
Nel complesso, l’assestamento è di 125 milioni di euro, un provvedimento fiscale dove la parte principale è, appunto, dedicata a sanità e welfare.
“Siamo molto preoccupati per i mancati trasferimenti del governo sulla sanità a fronte dei costi maggiori che le Regioni hanno dovuto affrontare per via del Covid e dell’aumento dei costi dell’energia causati anche dalla guerra in Ucraina”, spiega il relatore di maggioranza Luca Sabattini (Pd) che ricorda come nel 2022 la sanità emiliano-romagnola abbia chiuso i conti in pareggio grazie a risorse proprie della Regione, ma come al contempo il governo debba assumersi le proprie responsabilità e prevedere stanziamenti finanziari sufficienti alle necessità della sanità pubblica. Sabattini ha anche ricordato come “è molto importante che la Regione stanzi risorse per l’affitto a fronte della decisione del governo di azzerare il fondo nazionale affitti. Il tema fondamentale della nostra Regione è avere risorse sufficienti per il finanziamento della sanità pubblica dell’Emilia-Romagna e non si può pensare che questo sia a carico del solo bilancio regionale. Serve, pertanto, un intervento del governo”.
Preoccupazione per la tenuta del servizio sanitario regionale è stata espressa anche dal relatore di minoranza Michele Facci (Lega) che, a partire dalla vicenda payback, ha sottolineato la necessità di “un cambio di passo dell’intero sistema sanitario regionale, con la Regione che deve fare scelte innovative e cambiare strada: la Regione deve fare una politica diversa e superare le problematiche che ancora ci sono”. Facci si è detto molto preoccupato del fatto che “senza voler esagerare nella terminologia è chiaro che è a rischio la sua stessa tenuta. Ripeto le preoccupazioni che ho espresso a dicembre sul bilancio di previsione e ricordo come la nostra Regione abbia chiuso i vecchi bilanci sanitari regionali con milioni di deficit, ripianati con risorse proprie. Dunque, o cambia la modalità di gestione della sanità o ci ritroveremo sempre i soliti problemi con un concreto rischio di tenuta del sistema”.
Sul rendiconto è intervento il relatore di minoranza Daniele Marchetti (Lega) che ha sottolineato come “i temi legati alla sanità sono fondamentali per fare il punto sul rendiconto del 2022: più volte abbiamo discusso della sanità e abbiamo visto come il 2022 sia stato l’anno peggiore. La decisione della Regione di utilizzare risorse proprie per chiudere i buchi della sanità vincola le altre voci di bilancio. Faccio presente che a parlare di mala-gestione delle risorse regionali in sanità fu la dirigente che era allora al vertice della sanità regionale. Ricordo queste cose perché mentre la giunta e la maggioranza di centrosinistra portano avanti il mantra del governo ostile, è giusto ricordare cosa è successo in Emilia-Romagna: servirebbe una commissione di inchiesta regionale sulla sanità come ha fatto la Lombardia”.
Alle critiche del centrodestra ha replicato il capogruppo di Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) che ha difeso l’attività della Regione: “I conti della nostra Regione sono trasparenti e non è corretto parlare di amministrazione incline agli sprechi. Il problema è il mancato trasferimento delle risorse da parte dello Stato a fronte dell’aumento dovuto al Covid e all’inflazione”.
A nome della giunta è intervenuto l’assessore al Welfare Igor Taruffi: “I costi della pandemia si sono scaricati su quelli dei sistemi sanitari regionali mettendo in difficoltà le Regioni come la nostra che hanno una forte sanità pubblica. Abbiamo aumentato il fondo per la non autosufficienza perché nei momenti di difficoltà bisogna fare delle scelte e noi le abbiamo fatte a sostegno dei più deboli, ma ora è arrivato il momento di fare tutti insieme un passo verso il governo per avere le risorse necessarie per la sanità”.
(Luca Molinari)