“Al dipartimento per gli Affari regionali della Presidenza del Consiglio si è insediato il tavolo di confronto fra il Governo e le Regioni Emilia-Romagna e Lombardia. Inoltre, è stato definito il calendario dei lavori, che prevede la prima seduta a Bologna il 17 novembre, la seconda a Milano il 21 novembre e, a seguire, la terza a Roma, presumibilmente il 30 novembre. Infine, sono state attribuite cinque materie a testa alle due Regioni – assegnate all’Emilia-Romagna ricerca e sviluppo, commercio estero, salute, tutela ambiente, lavoro e formazione professionale – sulle quali fare approfondimenti in merito agli aspetti operativi dell’autonomia aggiuntiva”. Questo, in sintesi, l’intervento del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, tenuto in Assemblea legislativa in tema di richiesta di autonomia.
La Giunta regionale – ha ricordato il presidente – ha definito dodici materie per le quali chiedere un’autonomia aggiuntiva: tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche; commercio con l’estero; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; governo del territorio; protezione civile; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; tutela della salute; norme generali sull’istruzione; tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali; organizzazione della giustizia di pace. Dopo l’avvio del negoziato col Governo – ha annunciato Bonaccini – se ne stanno valutando ulteriori quattro o cinque (professioni, cultura, sport e agricoltura). Quello appena avviato – ha evidenziato – è un percorso istituzionale rilevante e inedito in tema di autonomia differenziata. L’auspicio è che si possa chiudere il negoziato col Governo entro poche settimane.
Partecipato e acceso il dibattito in Aula.
Alan Fabbri (Ln), nel ribadire come per la Lega sarebbe stato più efficace richiedere un’autonomia aggiuntiva su tutte le 23 materie di competenza della Regione, ha chiesto un maggiore coinvolgimento dell’Assemblea legislativa nel percorso istituzionale avviato col Governo e di valutare l’inserimento della gestione dei porti e degli aeroporti civili fra le materie per le quali chiedere ulteriore autonomia amministrativa. Infine, ha criticato la scelta del Pd di non condividere con le opposizioni la risoluzione presentata sul tema dell’autonomia differenziata.
Andrea Bertani (M5s) ha rimarcato il mancato coinvolgimento dell’Assemblea legislativa nel percorso istituzionale, annunciando la presentazione di un atto d’indirizzo finalizzato a far partecipare alla delegazione dell’Emilia-Romagna anche una rappresentanza del parlamento regionale e degli enti locali del territorio. Nel merito delle materie, ha riaffermato l’opportunità di un confronto rigoroso e plurale in seno alle commissioni assembleari.
Silvia Piccinini (M5s), liquidando la richiesta di autonomia aggiuntiva promossa dalla Giunta come una mera operazione di marketing politico, ha puntato il dito contro la scelta dell’esecutivo regionale di relegare i consiglieri a un ruolo di semplice testimonianza.
Tommaso Foti (Fdi-An) ha messo in evidenza come una maggiore autonomia amministrativa sia rischiosa e non risolutiva se non viene abbinata a margini ulteriori di autonomia legislativa. Solo in questo modo – a suo avviso – si potrebbe superare il pasticcio costituzionale delle materie a competenza legislativa concorrente tra Governo e Regioni. Nel richiamare l’attenzione della Giunta sull’opportunità di inserire l’agricoltura fra le materie per le quali negoziare un’autonomia aggiuntiva, ha invitato il presidente Bonaccini a farsi affiancare, nel negoziato, da un rappresentante dell’Assemblea legislativa, al fine di dimostrare in modo netto che è in atto un percorso istituzionale e non solo politico.
Per Stefano Caliandro (Pd) l’avvio del negoziato, oltre a confermare la serietà della Giunta, testimonia l’impegno concreto del Pd per l’attuazione di un regionalismo differenziato finalizzato a garantire percorsi di autonomia finora inesplorati. Si tratta – ha spiegato – di un percorso di partecipazione istituzionale che lascia ampi margini per ulteriori interventi finalizzati sia a valorizzare le specificità del territorio sia a tenere vivo il confronto periodico con l’Assemblea legislativa. Infine, ha illustrato la risoluzione del Pd finalizzata a impegnare l’esecutivo regionale a valutare l’inserimento di ulteriori materie (agricoltura, fauna e caccia, sport, cultura e spettacolo) fra quelle su cui si è avviato il negoziato. Obiettivo: promozione puntuale del territorio regionale e valorizzazione della nostra storia.
Silvia Prodi (Misto-Mdp) ha criticato la scelta della Regione Lombardia di inserire nel negoziato col Governo materie quali le autostrade e il reclutamento del personale scolastico. Nel riaffermare il sostegno al percorso istituzionale avviato dall’Emilia-Romagna per ottenere un’autonomia amministrativa differenziata, ha rivolto un invito al presidente Bonaccini ad allargare la delegazione trattante a una rappresentanza del parlamento regionale.
Igor Taruffi (Si) ha sottolineato un aspetto decisivo del percorso istituzionale avviato, messo definitivamente in chiaro nella risoluzione dei consiglieri dem: il voto finale dell’Aula sull’esito della trattiva col Governo prima della chiusura ufficiale del negoziato e la predisposizione del disegno di legge da presentare alle Camere. Inoltre, si è dichiarato a favore della richiesta di affiancare alla Giunta, nel negoziato in corso, una rappresentanza istituzionale dell’Assemblea nonché di tenere aggiornati i consiglieri sullo stato delle trattive, mantenendo aperto il confronto nelle commissioni assembleari.
Paolo Calvano (Pd), sul metodo della discussione, ha criticato le opposizioni per la riproposizione delle medesime obiezioni e critiche ogni volta che si parla di autonomia. L’impressione – ha sottolineato – è che da parte di taluni gruppi assembleari, per pura speculazione politica, si voglia far credere ai cittadini che sul tema dell’autonomia sia in corso un percorso istituzionale opaco. Sul merito, ha ribadito la validità di una richiesta di autonomia aggiuntiva senza che questo vada a ledere le altre regioni. Infine, nel criticare il “benaltrismo” del M5s, foriero – a suo giudizio – di immobilismo nell’azione di governo, ha ribadito come la richiesta di autonomia differenziata sia stata fatta nell’interesse della società regionale e non dell’attuale maggioranza politica.
Stefano Bargi (Ln) ha messo in luce i limiti dell’iter istituzionale avviato dalla Giunta, in particolare per quanto riguarda la mancata definizione puntuale delle materie per le quali richiedere un’autonomia aggiuntiva e la mancata quantificazione delle risorse finanziarie necessarie. La vera sfida dell’autonomia – ha concluso – sarà una gestione più efficiente ed economica dei servizi e la possibilità di indirizzare gli eventuali risparmi ad altri servizi o magari alla riduzione delle imposte regionali.
Raffaella Sensoli (M5s) ha ribadito che l’atto d’indirizzo presentato dai 5stelle è finalizzato a prevedere la partecipazione di una rappresentanza dell’Assemblea e degli enti locali nel negoziato istituzionale in corso.
Galeazzo Bignami (Fi), nel ricordare le critiche di Fi per la scarsa attenzione dimostrata dalla maggioranza alle proposte mirate a non limitare all’esecutivo regionale la partecipazione al percorso istituzionale, ha ribadito la necessità di individuare una rappresentanza assembleare da affiancare al presidente e agli assessori. In tal senso, ha annunciato la sottoscrizione di un emendamento proposto da Fdi-An.
Il presidente Bonaccini, a conclusione del dibattito, ha annunciato l’allargamento della delegazione trattante a un rappresentante dell’Assemblea legislativa, uno dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e uno dell’Upi (Unione province italiane).
Approvato all’unanimità, dopo il ritiro delle risoluzioni del Pd e del M5s, un atto d’indirizzo sottoscritto da tutti i gruppi assembleari presenti (Pd, Ln, M5s, Fi, Si, Fdi-An, Misto-Mdp) che impegna la Giunta a inserire nella delegazione trattante una rappresentanza dell’Assemblea legislativa e degli enti locali, a valutare, nel corso del negoziato, la richiesta di autonomia aggiuntiva anche per ulteriori materie, a mantenere aperto e serrato il confronto nelle commissioni assembleari sui temi già emersi e su quelli emergenti nonché a sottoporre al voto del parlamento regionale l’accordo finale prima della chiusura formale del negoziato istituzionale.
(Luca Govoni)