La giunta fornisca chiarimenti sul ruolo di Arpae, non più tenuta, secondo una recente delibera dell’esecutivo regionale, al rilascio del parere di Valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale (Valsat) per i piani urbanistici della Città metropolitana di Bologna e delle Province. È l’oggetto su cui vertono tre diverse interrogazioni presentate da Valentina Castaldini (Forza Italia), Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle) e Silvia Zamboni (Europa Verde) e discusse in commissione Territorio e ambiente, presieduta da Stefano Caliandro,
“La Valsat -ha sottolineato Castaldini- è un procedimento che accompagna l’elaborazione dei piani al fine di perseguire obiettivi di sostenibilità ambientale e monitorare gli impatti. La giunta faccia sapere se Arpae ha emesso pareri negativi o svolto istruttorie propedeutiche a pareri sfavorevoli negli ultimi 12 mesi per Valsat o variazioni a piani urbanistici. C’è forse qualche accadimento che ha portato a interrompere i rapporti con la Regione? La giunta, inoltre, spieghi se la delibera è in conflitto con la normativa vigente e se ritiene fondamentale, per una valutazione piena ed esaustiva degli aspetti di sostenibilità ambientale, il ruolo svolto fino a oggi da Arpae”.
Per Piccinini “è indispensabile potenziare e rafforzare la presenza di personale tecnico qualificato all’interno di Arpae al fine di affiancare le Province e la Città Metropolitana di Bologna nei procedimenti di Valsat, non prevedendo costi per gli stessi. Le Province hanno personale per svolgere un percorso tecnico così complicato? Secondo il rapporto Ispra del 2022, l’Emilia-Romagna è la terza regione a livello nazionale sia per ettari di suolo consumato nel 2021 (oltre 200mila), sia per incremento tra il 2020 e il 2021 (658 ettari). Gli atti di pianificazione e di programmazione urbanistica e territoriale possono avere impatti significativi sull’ambiente e sul patrimonio culturale. La legge urbanistica andrebbe modificata, anche rispetto a questi aspetti”.
“Alla luce delle contraddizioni e criticità segnalate da vari soggetti nell’interpretazione giuridica di tale atto -ha ribadito Zamboni- è opportuno chiarire sia la scelta di utilizzare lo strumento della delibera, sia i contenuti e le implicazioni della stessa. Se si tratta solo di precisazioni che bisogno c’era di farle in delibera? Sarebbe bastata una determina dirigenziale. È inoltre necessario rafforzare le risorse umane di Arpae. Diverse associazioni ambientaliste dell’Emilia-Romagna, fra cui Italia Nostra e Legambiente, hanno manifestato il timore che venga depotenziato il supporto di Arpae nella Valsat dei piani urbanistici e che venga meno un soggetto terzo nella valutazione”.
Ha risposto la vicepresidente, con delega al sistema delle Agenzie, Irene Priolo: “La delibera sul ruolo di Arpae è stata fatta a chiarimento di norme precedenti e per stabilire l’intervento di Arpae nelle istruttorie. Il quadro di riferimento è la legge urbanistica. Le autorità competenti al rilascio del parere Valsat sono sempre le Province e la Città metropolitana mentre Arpae è l’autorità ambientale che deve continuare a rilasciare parere di sostenibilità ambientale. La legge regionale chiarisce che ad Arpae non compete più l’istruttoria. Arpae continua a dare pareri ambientali strategici. Nell’istruttoria, Arpae riceve anche parerei di altre autorità che non sono ambientali e alla fine svolge un lavoro di sintesi. Questa relazione viene data all’autorità competente, che è Provincia, che alla fine redige il parere motivato che si può discostare anche da quello di Arpae. Abbiamo comunque continuato un lavoro interlocutorio con le Province e, sulla base di quanto emerso, abbiamo approvato uno schema di convenzione non onerosa di carattere transitorio per le Province che si dovessero avvalere di Arpae per il supporto istruttorio. Arpae non ha problemi al proprio interno, non ha bisogno di essere irrobustita, è il comitato urbanistico delle Province che si deve strutturare”.
Per la consigliera Valentina Castaldini “il tema è emerso per la realtà dei fatti. Questa delibera è in un momento in cui c’è una forte discussione sui temi ambientali. La risoluzione che ho presentato per il ritiro della delibera porti a spiegare tanti aspetti di ancora difficile comprensione”.
La consigliera Silvia Piccinini ha aggiunto: “Se la delibera era criptica, perché non è stata spiegata prima? Il punto è il fatto che salta la previa istruttoria, un fatto che ritengo negativo perché Arpae è un ente terzo rispetto alle Province. La legge urbanistica dovrebbe essere modificata in tal senso per una questione di indipendenza di giudizio. Poi c’è il tema dei costi: le Province hanno difficoltà finanziarie”.
Per la consigliera Silvia Zamboni “il tema non è quello delle Province che giudicano se stesse. In questo iter era saltata la previa istruttoria di Arpae che rientra con lo schema di convenzione non onerosa e che accolgo positivamente. Arpae continua a dare pareri sulle matrici ambientali ma ci sono matrici non direttamente di competenza Arpae che però hanno implicazioni ambientali e quindi il tema resta quello di estensione delle competenze”.
(Lucia Paci)