“Il progetto di legge ha una duplice utilità: risolve il problema del precariato in Regione e consente di affrontare l’elevato turnover di personale dovuto ai numerosi pensionamenti previsti, specie grazia a ‘quota 100’. Per questo lo condividiamo e lo sosteniamo, pur suggerendo qualche modifica”. Questa la posizione espressa in modo corale, fra qualche distinguo e taluni rilievi critici, dai rappresentanti dei sindacati del comporto convocati in audizione nella seduta odierna della commissione Bilancio, affari generali e istituzionali sulla proposta di legge che contiene nuove disposizioni della Giunta in materia di organizzazione.
I punti salienti della proposta di legge li ricordano il relatore di maggioranza (Pd) e quello di minoranza (Misto-Mns): l’utilizzo delle graduatorie vigenti (a prescindere dai posti messi a concorso) per nuove assunzioni nell’amministrazione regionale e negli organismi collegati (in coerenza con i piani triennali del fabbisogno del personale); perimetrazione della platea di coloro (assunti anche in forma cumulativa fra diverse forme di lavoro flessibile presso l’amministrazione regionale o la struttura commissariale per le esigenze del sisma del 2012) che potranno partecipare con riserva (30% dei posti) alle procedure concorsuali attivate dalla Regione; infine, relativamente alle strutture speciali, eliminazione, per il personale di ruolo assegnato (già in possesso dei requisiti), dei vincoli relativi al titolo di studio per l’accesso alle categorie giuridiche B, C e D.
In premessa due dirigenti della Regione forniscono i numeri relativi al fabbisogno di personale nel prossimo triennio. Si stima di dover coprire 826 posti (sui quasi 4mila dell’Ente), ma il contesto normativo nazionale di riferimento, ancora in fase di modifica e, soprattutto, l’adesione potenziale a “quota 100”, non ancora pienamente dispiegata, rendono il numero suscettibile di modifiche in aumento o in diminuzione, ancorché di un poche unità. Fra i vari concorsi che la regione intende bandire, se ne prevede anche uno interno per coprire circa il 20% dei posti (sulla scorta delle vecchie progressioni verticali, ndr).
Cisl. La proposta – spiega la rappresentante intervenuta – affronta l’elevato turnover legato a “quota 100” e pensionamenti ordinari, con l’obiettivo di non lasciare sguarniti uffici e servizi. Si apprezza l’utilizzo della “legge Madia” per valorizzare il personale di ruolo grazie a un concorso interno con riserva di posti pari al 20% del totale. Si chiede, infine, di riformulare l’articolo 4, per evitare il demansionamento dei lavoratori di ruolo già impiegati nelle strutture speciali.
Uil. Il progetto di legge – puntualizza il delegato – va nella direzione auspicata di garantire possibilità di assunzione di personale in un momento in cui si rischia che svariati settori dell’organico della Regione rimangano scoperti. Si chiede di precisare che le graduatorie vigenti menzionate nell’articolo 1, sono graduatorie riferite a enti pubblici dell’Emilia-Romagna. Infine, il sindacato ribadisce la propria volontà di risolvere in via definitiva il problema del precariato nella pubblica amministrazione, specie nel settore della sanità.
Cisal. Il rappresentante sindacale esprime condivisione per la volontà e l’impegno della Giunta di risolvere il problema del precariato nell’Ente, a partire dal comparto della sanità, e si associa alla richiesta di riformulare l’articolo 4, invitando i consiglieri ad approvare il progetto di legge quanto prima possibile.
Sgb. Pur sostenendo la proposta legislativa, finalizzata a superare il precariato e a valorizzare i lavoratori, la delegata intervenuta non manca di rilevare come, negli anni, siano state proprie talune scelte dell’Amministrazione, come quella di ricorrere a lavoro interinale somministrato dall’esterno, di fatto configuratosi come lavoro dipendente, a consolidare il numero dei precari in Regione. È giusto, quindi, – ribadisce – superare il precariato, ma bisogna anche che l’Ente si assuma l’impegno di non ricrealo andando, come avvenuto in passato, oltre le emergenze e le necessità temporanee. Infine, si chiedono chiarimenti riguardo alle riserve di posti nei concorsi che saranno banditi.
I dirigenti della Regione confermano di non avere alcun problema a riformulare l’articolo 4, mentre riguardo alle riserve di posti assicurano la volontà di mettere a bando il massimo dei posti riservabili.
M5s. Una consigliera, nel rimarcare l’assenza della Cgil all’audizione, esprime svariate critiche alla proposta di legge. La più rilevante riguarda l’inserimento, fra le tipologie di personale che possono aspirare a riserva di posti nei vari concorsi, dei lavoratori della struttura commissariale per la ristrutturazione post terremoto (assunti da agenzie interinali e “somministrati” alla Regione). Per questi lavoratori – sostiene la pentastellata – si dovrebbe semplicemente riconoscere un punteggio adeguato nei concorsi, pena la discriminazione delle varie categorie di personale interno.
(Luca Govoni)