Il mancato incasso, da parte della Regione, dei canoni dovuti dal Consorzio per il Canale emiliano-romagnolo (Cer) per la concessione delle grandi derivazioni d’acqua dal Reno e dal Po, è oggetto di una interrogazione presentata da Silvia Piccinini (M5s).
Nel 1999, ricorda la consigliera, “la competenza sulle grandi derivazioni idriche è passata dallo Stato alle Regioni, cui spettava l’individuazione dei canoni per l’utilizzo delle acque”. Pur avendo legiferato nel 2001, però, “la nostra Regione da allora non ha riscosso alcun canone e solo nel 2012 la Giunta ha demandato tale compito alla Direzione Ambiente, che, nel 2014, ha richiesto al Cer quasi 1 milione di euro, comprensivi sia dei canoni arretrati sia degli interessi maturati”. Tale richiesta, ricostruisce l’esponente M5s, “sarebbe stata respinta dal Cer, motivando di non dover pagare i canoni fino al 2009 perché ormai prescritti e di ritenere illegittima la richiesta di corresponsione degli interessi”. Successivamente, dopo un confronto serrato tra i due enti, “la Regione avrebbe ufficializzato al Cer una richiesta di poco più di 500 mila euro”.
Piccinini chiede pertanto alla Giunta “per quale motivo dal 2001 al 2012 non sia stato richiesto alcun canone al Cer e per quale motivo, una volta individuato un importo, quest’ultimo sia stato dimezzato alla luce di un confronto del quale non esiste traccia in documenti pubblici”. Domanda, infine, “se non sussistano gli estremi per contestare ai responsabili della grave negligenza un danno erariale”.
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(lg)