Il tema delle società partecipate dalla Regione Emilia-Romagna è al centro di una interrogazione presentata alla Giunta da Giulia Gibertoni (M5s).
Il libro bianco sulla governance regionale redatto dal dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Bologna, si legge nel documento, “individua per alcune delle società partecipate dalla Regione la condizione di ‘ulteriore propaggine dell’organizzazione regionale’”. “Troviamo così da anni- specifica la consigliera- gli stessi soggetti nelle direzioni generali che si occupano di attività produttive o di formazione professionale e lavoro o di programmazione territoriale”.
Situazione, rimarca l’esponente M5s, che “comporta effetti del tutto contradditori, come il depauperamento professionale del personale regionale, il progressivo ingresso de facto del personale delle società partecipate nella macchina regionale (personale assunto al di fuori delle procedure ordinariamente), il rischio della perdita del valore di innovazione e di arricchimento tecnico-professionale e specialistico, la possibilità per i vertici politico-amministrativi e per la dirigenza di utilizzo di personale aggiuntivo e sostitutivo (esterno formalmente alla Regione) e il rischio di innestare tensioni e conflitti fra dipendente”.
Per Gibertoni, “il costo complessivo dell’operazione è ingiustificabile, il personale ‘esterno’ dovrebbe essere utilizzato in funzioni tecnico-professionale a elevato contenuto specialistico, in supporti di carattere innovativo, in un valore aggiunto di know how e non una sostanziale riproduzione di quanto il personale, assunto a seguito di concorsi pubblici, dovrebbe ed è in grado di fare”.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(cr)


