Un labirinto di diciotto immagini tematiche, suddivise in nove coppie di foto. Da un lato la vita nei campi profughi, dall’altro quella nei territori liberati. Due stili di vita, ma la stessa voglia di libertà. Due modi di esistere, la stessa dignità. È “Tana Libera tutti”, la mostra fotografica dell’artista Livia Tassinari che la Presidente dell’Assemblea legislativa, Simonetta Saliera, e il consigliere regionale e componente dell’Intergruppo di Amicizia con il Popolo Saharawi, Gabriele Delmonte, inaugureranno il 15 luglio prossimo alle ore 10 in occasione del “Saharawi Day”, il giorno in cui la Regione Emilia-Romagna “accoglie” come da tradizione i ragazzi saharawi ospiti in regione all’interno degli accordi di cooperazione tra l’amministrazione di viale Aldo Moro e il governo della Repubblica Democratica Saharawi, che da anni chiede l’indipendenza dal Marocco. Gli scatti di Livia Tassinari, effettuati nel corso della missione istituzionale della Regione Emilia-Romagna in Saharawi svoltasi lo scorso marzo, permettono al visitatore di paragonare in tempo reale le differenze di vita di quel popolo tra i territori liberati e i campi profughi.
“Il Sahara Occidentale dista circa 4.000 chilometri dall’Italia. Un lungo viaggio, un viaggio nel tempo ma soprattutto nel silenzio. Il popolo Saharawi nel 1975, in fuga dai propri territori invasi dal Marocco, ha dovuto ‘scegliere’ se vivere in campi profughi nell’hammada- il deserto algerino- o nomade nei territori liberati. ‘Scegliere’ se fermarsi e sopravvivere con gli aiuti inviati dall’Onu o continuare a viaggiare nel deserto con le proprie forze. Tifariti, ‘capitale’ dei territori liberati, dista 320 chilometri da Rabouni, centro politico/amministrativo dei campi profughi. Sette ore di viaggio in jeep nel deserto più ostile, una tavola di sabbia e sassi in cui, di tanto in tanto, fa capolino qualche arbusto. La vita procede lenta e scandita dal rumore del forte vento che soffia costantemente. Le grandi differenze dei due stili di vita sono decretate soprattutto da fattori ambientali, perché il cuore del popolo Saharawi resta unito in un unico desiderio: la libertà”, spiega Livia Tassinari che opera all’interno del “Progetto 3 S”.
“Le foto di Livia Tassinari, il modo con cui ha catturato e narrato le immagini, raccontano molto bene cosa sia la vicenda del popolo Saharawi e della Repubblica Democratica Saharawi. Anche in questa occasione, infatti, è nostra determinata volontà ricordare le caratteristiche di libertà, democrazia, rispetto dei diritti e laicità dello Stato che sono proprie della Repubblica Saharawi e ribadiamo l’importanza di ascoltare la voce di questa parte di Nord Africa che, invece, vive tante contraddizioni”, spiega la Presidente Saliera.
Il consigliere Delmonte entra nel merito della mostra. “Voglia di indipendenza: l’unico aspetto comune tra la vita nei campi profughi e quella nei territori liberati. Due stili di vita, questi, completamente differenti. Il primo, forse, più semplice da descrivere, ma costretto in una ‘casa’ che non senti mai profondamente tua. Mentre, il secondo aspetto è quello più identitario, ma tremendamente complicato”. Gli scatti di questa mostra, spiega Delmonte, riescono a rappresentare alla perfezione questa lampante differenza tra due concetti che possono essere considerati due facce della stessa medaglia. Quella della Repubblica Democratica Saharawi e del suo fantastico popolo, conclude il componente dell’Intergruppo, “è una storia che trasmette valori di orgoglio e di grande dignità, che riesce a ripagare gli sforzi umanitari della nostra Regione, con il solo calore umano trasmesso da ogni volto che si incontra tra la sabbia del Sahara”.
(Luca Govoni)