I volontari che si stanno impegnando di nuovo in prima linea contro la seconda ondata pandemica devono ricevere i tamponi rapidi. Lo chiede una risoluzione di Giulia Pigoni (lista Bonaccini), Federico Amico (ER Coraggiosa), Stefania Bondavalli (lista Bonaccini) e Stefano Caliandro (Pd), approvata all’unanimità nella seduta di oggi della Commissione Politiche per la Salute presieduta da Ottavia Soncini. Il testo impegna la Giunta a prevedere un ampliamento della platea dei destinatari dei test rapidi, che potranno essere somministrati anche a chi svolge attività di volontariato nel terzo settore, in sostegno di persone fragili sia dal punto di vista sanitario che sociale come anziani, disabili e immunodepressi. Approvate, inoltre, due parti di un emendamento presentato dalla consigliera Valentina Castaldini (Forza Italia) in forza delle quali si chiede di ampliare ulteriormente la platea dei beneficiari: si arriverebbe così a includere anche i cosiddetti care giver, vale a dire familiari, badanti, dipendenti e collaboratori di aziende e associazioni che svolgono la loro preziosa opera nell’assistenza alle persone anziane, disabili e immunodepresse. Sicuramente in questo periodo di pandemia abbiamo visto quanto alto è il rischio che gli anziani soli, i disabili e altri soggetti fragili si sentano ancora più in difficoltà rispetto al normale. Per questo abbiamo pensato con questa risoluzione di aiutare chi aiuta, cioè dare più sicurezza a quelle associazioni del terzo settore impegnate di nuovo in prima linea contro il virus”, spiega Pigoni. “Quindi la richiesta di inserire nello screening gratuito questi soggetti va nell’ottica di supportare chi è sempre rimasto a fornire sostegno aqueste persone fragili, servizio di particolare importanza in questo periodo”. Rimane fuori dal testo, votato dalle opposizioni ma respinto dalla maggioranza, l’ultima parte dell’emendamento presentato da Forza Italia in cui si chiedeva alla Giunta regionale “di disporre percorsi gratuiti di screening di positività al Covid tramite tamponi rapidi antigenici, eventualmente avvalendosi anche di operatori privati (centri analisi, punti prelievo, farmacie) al fine di aiutare il pubblico nell’effettuare gli screening come già avviene per la campagna dei test sierologici effettuati all’interno delle farmacie”. Al riguardo, la firmataria della risoluzione Giulia Pigoni afferma: “Per ora l’assessorato ritiene che sia prematuro avvalersi dei soggetti del settore privato, anche se ritengo che la collaborazione coi privati possa essereimportante nel prosieguo della fase pandemica”. Soddisfatti per la linea del testo anche i consiglieri di minoranza, nonostante lo stralcio del secondo punto dell’emendamento Castaldini. Simone Pelloni (Lega) afferma: “Condivido quanto è stato detto, nel senso che questa risoluzione migliora e integra quanto già approvato in precedenza. È la strada giusta da intraprendere. Parliamo di una categoria da preservare perché a contatto con le persone più fragili: sappiamo che soprattutto sopra gli ottant’anni le percentuali di contagio e, purtroppo, di mortalità sono particolarmente elevate”. ”


