Nel 2017 in Emilia-Romagna gli assistiti per disturbi dello spettro autistico sono stati 3.276 (328 i nuovi casi), un incremento rispetto al 2011 (1.584 assistiti) di oltre il 100 per cento, dovuto, principalmente, alla precocità della diagnosi (già nella fascia 0-2 anni).
Nella nostra regione i minorenni con questo tipo di patologie sono circa il 4,6 per mille, nel 2011 erano solo il 2,4 per mille.
Il tema dell’assistenza territoriale alle persone con disturbo dello spettro autistico è stato affrontato in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Paolo Zoffoli, con la dirigenza dell’assessorato alle Politiche per la salute e con i referenti dei team hub. Lo stesso presidente Zoffoli ha rimarcato l’importanza del raggiungimento degli obiettivi del programma regionale per l’assistenza territoriale.
Gli obiettivi vanno dalla diagnosi precoce alla definizione dei tempi della presa in carico, dall’uniformità degli interventi fino all’applicazione del protocollo diagnostico, e ancora la garanzia delle 4 ore settimanali di trattamento abilitativo per la fascia 0-6 anni e la collaborazione con le famiglie (parent training).
Sono evidenti, ha rimarcato Giuseppe Boschini (Pd), “i passi in avanti, in particolare sulla capacità di intercettare precocemente la patologia e quindi intervenire efficacemente”. Il consigliere ha poi affrontato diversi temi: l’importanza di assicurare le ore settimanali d’assistenza, le complessità del passaggio dalla minore alla maggiore età e la garanzia della formazione per gli insegnanti di sostegno.
Giulia Gibertoni (M5s) ha invece instillato il dubbio che tra le cause dell’incremento della patologia ci possano essere anche fattori ambientali.
(Cristian Casali)