Colmare sul territorio le criticità sanitarie, in particolare nelle aree disagiate.
È Michele Barcaiuolo (Fratelli d’Italia) a sollecitare, con una risoluzione, un impegno diretto dell’esecutivo regionale. Il consigliere, in particolare, chiede “il 10 per cento in più sullo stipendio ai medici che scelgano di prestare la propria opera nelle aree svantaggiate, il computo di 18 mesi anziché 12 per ogni anno di lavoro a fini di carriera, oltre allo stesso computo a fini previdenziali, e la possibilità di un alloggio di servizio, anche in convenzione con i comuni, e di un ambulatorio per i professionisti di medicina generale”.
Al servizio sanitario nazionale, spiega il consigliere che cita l’articolo 32 della costituzione (sulla tutela della salute), “serve una nuova organizzazione che assicuri il diritto alla salute a ogni cittadino, anche a chi vive in zone disagiate e periferiche”. Sono sempre più evidenti, rimarca poi il politico, “le difficoltà riscontrate dalle aziende sanitarie a reperire medici disponibili a incarichi convenzionali di medicina generale e a incarichi provvisori (come le sostituzioni): il peggioramento delle condizioni di lavoro correlato alla carenza di personale sta orientando numerosi medici a optare per il sistema privato o a collocazioni all’estero”.
(Cristian Casali)