Un ordine del giorno in Consiglio comunale a Ravenna che parla di una flessione di “risorse medie pro capite” ricevute, nel triennio 2015-2017, dai cittadini dell’Azienda sanitaria della Romagna. E in più l’atto depositato da “Ama Ravenna” rimarca come non siano state “riattribuite alla Romagna le medesime risorse del 2013 ma che, anzi, nell’insieme siano diminuite”. Affermazioni, messe nero su bianco dalla lista civica, su cui Gianni Bessi, consigliere regionale del Partito democratico vuole vederci chiaro. Per questo ha depositato un’interrogazione con la quale chiede conto delle dichiarazioni riportate nell’ordine del giorno ma soprattutto domanda al governo regionale se “ci siano significative differenze nella spesa sanitaria pro capite tra i diversi territori e a cosa siano dovute”. L’atto comunale infatti parla di uno scostamento rispetto agli altri territori “tra i 40 e i 60 euro”.
Bessi specifica nell’atto ispettivo come l’istituzione dell’Ausl unica per la Romagna sia un esempio virtuoso essendo la quinta Azienda sanitaria in Italia per popolazione residente, per superficie territoriale e numero di ospedali. “La massima valorizzazione delle risorse- sottolinea Bessi- e quindi l’ottimizzazione del loro utilizzo sono gli obiettivi alla base dell’istituzione dell’Azienda”.
(Andrea Perini)