La modifica dei criteri di accesso alla lista per le Case residenziali per anziani è oggetto di un’interrogazione di Andrea Galli (Fi).
“In queste strutture socio-sanitarie,” spiega Galli nell’atto, “ogni distretto dell’Azienda Usl di Bologna formula una propria graduatoria che si basa sul principio della gravità della situazione socioeconomica e sanitaria del cittadino nonché del suo nucleo familiare”. Lo scorso anno una delibera dell’Ausl avrebbe introdotto fra i criteri anche l‘indicatore dello stato economico della famiglia interessata, cosiddetto Isee. “Ma”, fa presente Galli, “in questo modo per un Isee equivalente a zero, praticamente nullatenente e senza reddito, si ottengono 230 punti, mentre incamera zero punti il nucleo familiare che ha un Isee maggiore di 45mila euro oppure rifiuti di presentare l’Isee”. Il consigliere riporta il caso di famiglie con a carico un membro in condizioni di grave non autosufficienza rimaste ancora in lista di attesa per un periodo di tempo piuttosto lungo, e, al contrario, di anziani inseriti che non verserebbero in gravi condizioni psichiche o fisiche ma con un Isee praticamente equivalente a zero.
Il consigliere sollecita quindi l’Assessorato competente e l’Ausl di Bologna a effettuare monitoraggi sulle graduatorie di accesso alle Case residenziali per anziani (Cra) accreditate per evitare situazioni di svantaggio. Sarebbe anche opportuno avviare, in collaborazione con l’Ausl di Bologna, “un processo di revisione per l’accesso alle Cra con particolare riferimento all’attribuzione dei punteggi legata alla situazione economica familliare, evitando di penalizzare coloro che hanno regolarmente contribuito al sostentamento del nostro sistema sanitario con l’attività lavorativa e il pagamento delle imposte”. Galli chiede alla Giunta anche di valutare “il rispetto del principio di equità ed equilibrio nel punteggio che viene accreditato per l’accesso alle Cra in base al quoziente Isee, visto che chi ha un Isee pari a zero riceverebbe 230 punti mentre risulterebbe penalizzato chi è inserito nella fascia da 1 a 44.999 euro”. Galli domanda quindi se chi ha introdotto tale criterio abbia tenuto in considerazione il fatto che chi ha un Isee minimo e di basso quoziente risulterebbe comunque svantaggiato.
(Francesca Mezzadri)