La Regione Emilia-Romagna dovrebbe spiegare “per quali ragioni l’Ausl di Bologna, dopo diversi tavoli di confronto con l’intersindacale dei medici di medicina generale (Snami, Fimmg e Smi), si è inspiegabilmente rifiutata di siglare l’Intesa di riordino del servizio di continuità assistenziale rivolta ai pazienti cronici e over 80”.
A chiederlo, in un’interrogazione alla Giunta, è un consigliere del Lega nord.“Per supplire alle necessità dei pazienti cronici e over 80- sottolinea il leghista- è stata predisposta, nell’ambito dell’Accordo integrativo locale dell’Ausl di Bologna, una bozza d’Intesa di riordino del servizio di continuità assistenziale: l’approvazione del documento avrebbe consentito, senza alcun costo aggiuntivo a carico dell’Ausl, di estendere l’apertura di sei ambulatori bolognesi della guardia medica, due in città e quattro in provincia, tutte le sere dalle 20 alle 23 e i prefestivi e i festivi dalle 10 alle 18”. Dopo diversi tavoli di confronto con i sindacati, ha rimarcato il consigliere, “l’Ausl di Bologna si è rifiutata di sottoscrivere l’accordo”.
“Negli ultimi anni- evidenzia la Ln- è in costante aumento il numero di accessi al pronto soccorso da parte di pazienti over 80, nonché l’incremento di ricoveri”. Il consigliere chiede quindi alla Giunta “di agevolare la ripresa del confronto tra sindacati e Ausl”.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(Cristian Casali)