Trovare una soluzione per i disabili che si recano al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Bologna. A chiederlo, in un’interrogazione, è Marta Evangelisti (Fdi) che ricorda come “mi è pervenuta una segnalazione da parte di una signora disabile, relativa alla recente esperienza avuta presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore Carlo Alberto Pizzardi”. La consigliera ha ricordato che “gli operatori dell’ambulanza hanno prelevato la signora presso la propria abitazione per condurla al PS, ma senza trasportare la carrozzina, non essendo gli operatori autorizzati a tale scopo. La signora arrivata al PS alle 18 circa, le è stato assegnato il codice verde cui è corrisposto un tempo complessivo di attesa – tra completamento della prestazione sanitaria e rientro a domicilio – pari a circa 5/6 ore, stante che la signora è tornata a casa verso mezzanotte e per il ritorno a domicilio è stato necessario attendere un’ambulanza libera che trasportasse la signora all’interno della propria casa, dove era rimasta la carrozzina; i tempi di attesa si sono rivelati consistenti al pari dei costi di trasporto, quantificati in 80 euro”.
A risponderle è stato, in commissione Politiche per la salute, presieduta da Giulia Soncini, l’assessore Raffaele Donini (Politiche per la salute). L’assessore ha citato il regolamento aziendale del 2023, nel quale “viene garantito sempre il trasporto con ambulanze proprie o convenzionate con le Asl. Le prestazioni sono gratuite quando le condizioni rientrano nei Lea, in particolare protocolli (come l’assistenza domiciliare) e in caso di dimissioni protette. E’ regolato anche il materiale da trasportare (che deve essere ancorato per sicurezza) tra cui le carrozzine”.
Evangelisti si è detta “soddisfatta. Sottoporrò questo caso per un approfondimento perché la persona è da sola e non ha potuto portare con sé la carrozzina. Non credo sia una casistica rara, forse occorre convenzionarsi con associazioni in grado di fare questi trasporti”.
La consigliera voleva sapere dalla giunta “se esistano ambulanze pubbliche che effettuano servizio di trasporto disabili gratuitamente e se siano previste delle convenzioni con le strutture che forniscono il servizio di ambulanza privata, quantomeno in caso di utenti disabili che vivono da soli e non sono autosufficienti”. Evangelisti ha chiesto inoltre “se siano previste delle forme di rimborso a sostegno dei costi sostenuti dal disabile per casi analoghi a quello menzionato e se esistano progetti di assistenza disabili cui fare riferimento e se siano adeguatamente pubblicizzati”.
(Gianfranco Salvatori)