Il progetto di fondere l’ospedale Maggiore al policlinico Sant’Orsola in un’unica azienda ospedaliera metropolitana di Bologna, che comprenderebbe anche l’ospedale Bellaria e le strutture ospedaliere di Imola, lanciato nei giorni scorsi dal sindaco Virginio Merola, raccoglie le critiche di Galeazzo Bignami (Fi), che, in un’interrogazione, invita l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, ad esprimere la propria opinione.
Il consiglieri elenca quindi le ragioni che sconsiglierebbero la messa in pratica del progetto: in primo luogo, “la cronica incapacità del servizio sanitario ad assolvere anche le fondamentali necessità di base dei cittadini, come purtroppo hanno dimostrato – scrive – i gravi problemi collegati agli accessi ai pronto soccorso del Maggiore e del Sant’Orsola”.
In secondo luogo, “un riordino così complesso, dal punto di vista organizzativo e gestionale, comporterebbe – a parere del consigliere – notevoli investimenti finanziari” e, a questo proposito, è evidente che “l’esperimento di fusione di altre strutture ospedaliere nelle cosiddette ‘Auslone’ realizzate in altre città emiliano-romagnole sembra non avere prodotto i risultati sperati, soprattutto in termini di economicità”.
Poi c’è il dato “così eclatante di quasi 13.000 pazienti chirurgici in lista d’attesa al policlinico Sant’Orsola, con l’aggravante che si tratta di reparti ad alta intensità di cura,” cosa che – spiega Bignami – “denota in maniera emblematica il fallimento dell’introduzione dei nuovi modelli di governance, che proprio nell’unificazione vedevano un obiettivo da perseguire”.
Il policlinico Sant’Orsola, inoltre, essendo “un’azienda ospedaliero-universitaria di rilievo, rischierebbe di perdere – aggiunge – la sua specificità e l’indispensabile autonomia accademica”.
Dunque, per raggiungere “la cooperazione e la sinergia fra i due poli ospedalieri nell’ottica di obiettivi comuni” non si dovrebbe necessariamente passare – commenta Bignami – attraverso una fusione e la creazione di una direzione comune, al contrario potrebbero essere “la diversificazione e una sana competizione” a produrre i risultati migliori, garantendo oltretutto “più offerta e libertà di scelta agli utenti”.
Di qui, la richiesta alla Giunta di investire le risorse eventualmente a disposizione per risolvere, prima di tutto, i problemi già esistenti, a partire dal mantenimento e dalla valorizzazione delle strutture presenti sul territorio.
Ultima sollecitazione di Bignami, quella di garantire che il termine “rimodulazione”, utilizzato dall’assessore bolognese alla Sanità, Luca Rizzo Nervo, per indicare gli interventi strutturali e organizzativi necessari alla realizzazione del progetto, non si traduca in ulteriori tagli ai servizi, ai reparti ospedalieri e ai posti letto.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it)
(Antonella Celletti)