Sono diversi i casi di donne incinte, residenti nell’Alto Reno Terme, che, dopo una prima visita al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Bologna, nella fase iniziale delle contrazioni, vengono dimesse per poi essere inevitabilmente ricoverate nella stessa struttura a poche ore di distanza, con la conseguente attivazione del servizio di emergenza territoriale. A lanciare l’allarme sui disagi cui vanno incontro le donne incinte dell’Alto Reno Terme, in una risoluzione presentata all’Assemblea legislativa, è Giulia Gibertoni del Movimento 5 stelle.
“Le gestanti a termine- spiega la consigliera nell’atto- sono costrette a percorrere anche 70 chilometri (con i rischi connessi alla strada e al traffico) per poi rientrare al domicilio e dopo poche ore, spesso meno di 24, ripercorrere la stessa strada per poter partorire a Bologna”. Con questa situazione, evidenzia la pentastellata, “sono frequenti le attivazioni ‘last minute’ del servizio di emergenza territoriale che, visti i tempi e le distanze e considerati i pregressi eventi (parti precipitosi e nascite in ambulanza) costringono l’unica automedica presente nell’Alto Reno a numerosi spostamenti, con la conseguenza di lasciare scoperto il territorio”.
Gibertoni chiede quindi l’intervento della Giunta “per ripristinare e incentivare l’uso di tutti gli strumenti organizzativi utili a limitare questi fenomeni e, in particolare, garantire la sicurezza”.
(Cristian Casali)