COMUNICATO
Sanità e welfare

Sanità Bologna. Indagine su ‘cartello’ pompe funebri, Facci (Misto-Mns): omessa vigilanza della Direzione sanitaria

In un’interrogazione il consigliere chiede alla Giunta di assumere provvedimenti nei confronti della Direzione sanitaria regionale per non aver osservato le indicazioni dell’Anac

Conoscere i motivi per cui la Direzione sanitaria della Regione abbia “gravemente sottovalutato” la vicenda relativa ai due cartelli di imprese di pompe funebri che si spartivano i servizi nelle camere mortuarie dell’ospedale Maggiore e del policlinico Sant’Orsola-Malpighi, a Bologna, oggetto dell’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo. E sapere perché la Direzione sanitaria non abbia osservato in maniera precisa le indicazioni fornite dall’Autorità nazionale anti corruzione (Anac), “in forza delle quali si sarebbe potuto contrastare con maggior efficacia il quadro criminale emerso in questi giorni”. A chiederlo alla Giunta regionale, in un’interrogazione, è il consigliere Michele Facci (Gruppo Misto-Mns).

Gli episodi di cronaca giudiziaria riportati in queste ore su tutti i media “circa le palesi violazioni al divieto di intermediazione nell’attività funeraria, che coinvolgono anche personale dell’ambito sanitario” – scrive il consigliere nell’atto ispettivo – “hanno evidenziato l’enorme sottovalutazione del problema da parte della Direzione sanitaria regionale”. In particolare, “la Direzione sanitaria si è limitata a dare precisazioni sulle modalità di vestizione dei defunti deceduti nelle strutture sanitarie, ignorando completamente le ulteriori e ben più efficaci indicazioni fornite dall’Anac”. Inoltre, sui media di venerdì 18 gennaio, “in relazione ai fatti contestati dalla Procura della Repubblica di Bologna, sono riportate dichiarazioni di imprese del settore che espressamente contestano all’Ausl di Bologna di non aver fornito risposte a puntuali e reiterate segnalazioni di irregolarità”.

Per questo Facci chiede all’esecutivo regionale “quali provvedimenti intenda assumere in proposito”, e se “non ritenga che ai responsabili della Direzione sanitaria della Regione sia da contestare un comportamento quantomeno colposo per omessa vigilanza o, comunque, di grave sottovalutazione dei problemi e delle irregolarità nella gestione dei servizi funebri e delle violazioni della normativa regionale di riferimento”. E che quindi sia “da rivalutare l’adeguatezza dei responsabili rispetto all’incarico ricoperto”.

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