La sanità dell’Emilia-Romagna è ancora “quel modello che era una volta”, o sta perdendo terreno, lasciando spazio ai privati? Lo chiede in Aula in un’interpellanza all’assessore Sergio Venturi, la consigliera Silvia Piccinini (M5s) che porta come esempio l’istituto ortopedico Rizzoli, un’eccellenza. Negli anni però le cose sembrano essere cambiate, fa presente la consigliera, e “il sospetto è che vi sia un’attività di promozione politica che si basa sulla manipolazione dei dati per dimostrare una tendenza positiva che non esiste nella realtà”. I dati infatti indicano che sono calati i ricoveri (nel 2017, meno 10 per cento, mentre nel privato più 9 per cento) e gli interventi chirurgici (nel 2017 meno 403 rispetto al 2016) ma, al contrario, si sono allungati i tempi di attesa. Per Piccinini si starebbe assistendo ad “una privatizzazione strisciante del sistema sanitario pubblico”, e questa sarebbe “un’emorragia da ricercarsi nella politica”. La consigliera chiede quindi di evitare “intromissioni di carattere politico sull’organizzazione della sanità regionale nelle nomine dei ruoli apicali della dirigenza delle strutture ospedaliere e dell’Ausl, in modo che si privilegi la competenza e l’esperienza, rispetto alla vicinanza politica”.
Per l’assessore Sergio Venturi, invece, il problema dei lunghi tempi d’attesa nell’istituto Rizzoli sarebbe dovuto all’esodo dei primari – alcuni già in pensione e migrati successivamente nel privato. La legge statale consentirebbe infatti ad alcuni grandi professionisti di anticipare la pensione per continuare nel privato. Il sistema sanitario regionale pubblico, spiega, sta cercando di mettersi alla pari con il privato, in modo che i medici possano rimanere nel pubblico e che quelli privati possano essere accreditati come pubblici. L’assessore smentisce poi qualsiasi interferenza politica e parla di “ricambio generazionale”. Ma, secondo Piccinini, la qualità del servizio privato non può essere paragonabile a quella del pubblico e il problema rimane nella “meritocrazia della sanità”. “Non si può sempre e solo fare propaganda, quando ci sono delle criticità bisogna affrontarle”.
(Francesca Mezzadri)