Il sovraffollamento dell’unità operativa di medicina d’urgenza dell’ospedale Sant’Orsola Malpighi non dovrebbe essere affrontato con il blocco delle ferie del personale e l’istituto della pronta disponibilità ma con “nuove assunzioni e con l’immediato potenziamento del servizio”. Lo scrive in un’interrogazione Silvia Piccinini (M5s) nella quale ricorda “la carenza della pianta organica della struttura” e critica la decisione di “puntare esclusivamente” su due misure che, “oltre ad avere ricadute negative sul personale, ne hanno anche sulla qualità delle prestazioni sanitarie”.
La “pronta disponibilità per iperafflusso” è stata attivata all’Ospedale Sant’Orsola Malpighi dal 15 novembre e varrà fino al 15 aprile. Il servizio è caratterizzato dalla immediata reperibilità del dipendente e dall’obbligo per lo stesso di raggiungere la struttura nel minor tempo possibile. Una scelta invisa alla consigliera pentastellata che ricorda nelle premesse dell’atto ispettivo che “la pronta disponibilità non dovrebbe essere usata per far fronte all’ormai cronica carenza di personale”. E aggiunge: “L’abuso della pronta disponibilità per contrastare la carenza di personale si configura come condotta irregolare, in particolar modo quando si dispone l’impiego degli infermieri in reparti diversi dal reparto di appartenenza, per l’inevitabile aumento del rischio di errori”.
Per questo la capogruppo 5 stelle invita l’esecutivo regionale a “evitare il sovraccarico lavorativo al personale sanitario, con l’utilizzo di espedienti finalizzati a utilizzare la prestazione lavorativa oltre i limiti previsti dalla legislazione vigente” e a “dare indicazioni alle Aziende sanitarie e ospedaliere affinché nei servizi in cui si richiede la pronta disponibilità ci sia una preventiva attività volta a colmare carenza di organico”.
Silvia Piccinini rimarca che “il ricorso alla pronta disponibilità deve essere limitato all’indispensabile e deve essere applicato solamente in caso di obbligo di garantire interventi assistenziali urgenti e non programmabili”.
(Andrea Perini)


