La giunta chiarisca perché sul Registro tumori dell’Emilia-Romagna i dati della provincia di Bologna sono disponibili solo per gli anni 2017 e 2018 e con quale tempistica verranno integrati. Lo ha chiesto con un’interrogazione Silvia Zamboni (Europa Verde). In commissione Politiche per la salute, presieduta da Ottavia Soncini, la risposta l’ha data l’assessore alla Sanità, Raffaele Donini.
Il titolare della Sanità ha detto che “i dati sono online. Un registro del genere esiste solo in Emilia-Romagna e Veneto. Per renderlo omogeno alle regole internazionali sui registri, si lavora su due anni 2017 e 2018, per avere un’incidenza completa. Sono stati creati professionisti e operatori. Ad oggi ci sono 459mila schede di dimissioni, per la provincia di Bologna, 778mila referti e 283mila decessi. Le Asl consegnano i dati al registro fino al 2021 e adesso si stanno inserendo i dati 2020. Fino al 2017, i dati venivano inseriti a mano, ora si sperimenta l’intelligenza artificiale. Però, va prima completato il lavoro in corso”.
La consigliera Zamboni si è ritenuta “parzialmente soddisfatta. Fino al 2017 serve una verifica per renderli omogenei alle regole dei registri, mentre per gli anni successivi, dal 2019, prosegue la trasmissione dati. Non c’è, però, una data certa”.
“Lo scorso 20 luglio – ha ricordato la consigliera – la giunta ha annunciato la pubblicazione del Registro, uno strumento che permette di accedere in maniera semplice e immediata a una vasta gamma di informazioni sulla diffusione dei tumori in Emilia-Romagna, alimentato dai dati raccolti a livello provinciale dai singoli Registri. Nel portale vengono riportati per ogni provincia (tranne Bologna) i dati relativi agli anni dal 2006 al 2023 e si specifica che i dati dall’anno 2019 in poi rappresentano una stima. I dati dell’Unità funzionale territoriale (Uft) di Bologna sono disponibili invece solo per gli anni 2017 e 2018”. Il Registro serve per monitorare l’efficacia delle cure e osservare se c’è connessione tra ambiente e alcuni tipi di tumori. Per ogni provincia ci sono i dati, tranne quelli di Bologna, ha sottolineato la consigliera, ricordando “in passato il grande lavoro dell’istituto Ramazzini, che ha raccolto dati dal 1959 al 2004, anno in cui li ha consegnati all’Asl di Bologna”.
“Lo scorso 25 ottobre l’assessore alla Sanità, rispondendo a un’interrogazione di Europa Verde, aveva dichiarato che nei primi mesi del 2023 i dati onco-ematologici delle strutture bolognesi sarebbero stati resi pubblici. Chiediamo quindi quando verranno integrati”.
(Gianfranco Salvatori)