Fornire un servizio più efficace e semplice per i cittadini affetti da celiachia, permettendo l’utilizzo dei buoni digitali, anche per ottenere una rendicontazione trasparente del loro utilizzo oltre che una riduzione dei costi. A interrogare la giunta regionale sul tema è il Partito Democratico.
“La Regione Emilia-Romagna- sottolinea un’esponente dem- ha messo in atto un programma che permette alle persone affette da celiachia di rifornirsi con prodotti alimentari senza glutine e ognuna di queste persone riceve mensilmente quattro buoni del valore di 35 euro per gli uomini, 27 per le donne, da 23,50 per i bambini da 3 anni e mezzo a dieci e da 15,50 per quelli di età inferiore”. Buoni che vengono inviati per posta, oppure in alcune province sono gli stessi cittadini che devono recarsi agli sportelli dell’Ausl di riferimento per ritirarli.
Anche in Emilia-Romagna “è in via di realizzazione- spiega- il progetto di dematerializzazione dei buoni per l’acquisto di alimenti senza glutine” ma questo sistema non applica una reale digitalizzazione dei buoni, “quanto piuttosto la loro informatizzazione e gestione attraverso il Fascicolo sanitario elettronico: in questo modo viene semplificato il solo recapito dei buoni che non avviene più al domicilio ma sul Fse del cittadino che dovrà poi provvedere a stamparli per poi utilizzarli con la stessa modalità cartacea”.
Si dovrebbe quindi prendere esempio da Lombardia e Umbria, secondo l’esponente Pd, dove i buoni vengono caricati sulla tessera sanitaria, specie dopo che l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha approvato nel marzo 2016 una risoluzione che impegna la Giunta “a proseguire l’opera di dematerializzazione dei buoni per ottenere il frazionamento e la visualizzazione del valore dei singoli buoni tramite tessera sanitaria”.
Dunque, dal Pd si interroga l’esecutivo regionale per sapere “quali provvedimenti intenda adottare per rispettare l’impegno assegnato dall’Assemblea e fornire al più presto un servizio più efficace e semplice a tanti cittadini affetti da celiachia e più economico per l’Ente, ottenendo così anche una rendicontazione trasparente in tempo reale dell’utilizzo dei buoni e una riduzione dei costi (burocratici e materiali)”.
(Margherita Giacchi)