COMUNICATO
Sanità e welfare

SANITÀ. COMMISSIONE APPROVA ALL’UNANIMITÀ RISOLUZIONE CHE CHIEDE DI INSERIRE IL CLOWNTERAPISTA NEL REPERTORIO REGIONALE DELLE QUALIFICHE

I consiglieri hanno poi ascoltato due rappresentanti della Federazione nazionale clown dottori: il loro obiettivo principale è ottenere un riconoscimento formale per la figura, perché “adesso chiunque può improvvisarsi clown in corsia, ma serve formazione”

L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna chiede all’unanimità alla Regione di “inserire la figura del clownterapista nel Repertorio regionale delle qualifiche, definendone gli idonei standard formativi in collaborazione con le associazioni e i professionisti del settore”.

Questa mattina infatti la commissione Politiche per le salute e politiche sociali ha approvato con il voto favorevole di tutti i presenti una risoluzione, sottoscritta da 18 consiglieri, che impegna la Giunta a “supportare l’attività dei clownterapisti in corsia, attraverso ogni iniziativa che si ritenga utile, negli ospedali e nelle strutture socio-sanitarie della Regione”.

Come ribadisce il documento, “la figura del clownterapista necessita di una formazione specifica e molto ampia, che spazia dalle competenze teatrali e di clownerie a quello di tipo socio-psicologico, senza dimenticare le nozioni minime di anatomia e patologia che consentono al professionista di lavorare proficuamente accanto ai sanitari in situazioni di forte stress emotivo e senza rischio di burn-out”.

La risoluzioni sottolinea poi che “sono molte in Emilia-Romagna le associazioni che, in maniera del tutto gratuita, formano i clown volontari che affiancano medici e personale sanitario in corsia, portando sollievo e spensieratezza ai pazienti di tutte le età, a partire dai più piccoli” ma, specifica, “si reggono unicamente su un’encomiabile ed indispensabile opera di volontariato”.

Al dibattito sulla risoluzione è seguita poi l’audizione di due esponenti della Federazione nazionale clown dottori. Come premettono, “da quando è nata nel 2005 la nostra associazione chiede che questa figura possa avere un riconoscimento formale: adesso chiunque può improvvisarsi clown, o, ancora peggio, può dire di fare il clown in corsia: esistono infatti quelli che noi definiamo ‘clown tarocchi’, che dicono di fare attività e invece non la fanno, raccogliendo però offerte”.

La Federazione, spiegano, “riunisce una serie di altre associazioni sul territorio nazionale, e tutte si basano sulla autoregolamentazione dei propri iscritti: tra i requisiti rientrano 200 ore di formazione in ingresso, la supervisione psicologica obbligatoria, i ritorni in formazione obbligatoria, il rispetto del codice etico e del codice deontologico”.

In Italia sono circa 6.500 i clownterapisti e “sono tanto volontari improvvisati che artisti di strada professionisti formati ad hoc: ad esempio a Bologna abbiamo dei master universitari, all’estero addirittura ci sono dei corsi di laurea”. Di sicuro, continuano, “è stato avvalorato più volte da più studi che l’intervento dei clown ha effetti benefici come ridurre l’ansia e migliorare l’ospedalizzazione”.

Nel corso della seduta la commissione ha poi invece respinto una risoluzione, a firma di due consiglieri, che chiedeva di “inserire a sistema nelle strutture ospedaliere della nostra Regione, in particolare nei reparti di lunga degenza, un’offerta strutturata di opportunità di svago, intrattenimento, riflessione, arte (dalla musica al cinema, dalla lettura al teatro, ai clown) quale elemento terapeutico, individuando adeguate modalità organizzative, figure professionali di riferimento e strumenti formativi ed organizzativi di riferimento per il corretto ed efficace e svolgimento delle attività rispetto alla funzionalità sanitaria”.

(jf)

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