“Rivedere il sistema del payback a tutela del settore biomedicale”. L’Assemblea legislativa ha approvato una risoluzione a prima firma Maria Costi (Pd) che chiede alla giunta di individuare soluzioni condivise con le imprese che possano alleviare il carico economico derivante dal payback, salvaguardando il bilancio regionale, e di sostenere la proposta di legge De Maria-Vaccari, mentre è stato respinta un’altra risoluzione a prima firma Marta Evangelisti (FdI).
La risoluzione approvata è stata sottoscritta anche dai seguenti consiglieri e consigliere del Partito Democratico: Fabrizio Castellari, Emma Petitti, Luca Sabattini, Niccolò Bosi, Ludovica Carla Ferrari, Paolo Calvano, Matteo Daffadà, Marcella Zappaterra, Anna Fornili, Maria Laura Arduini, Lodovico Albasi, Alice Parma, Andrea Massari, Luca Giovanni Quintavalla, Valentina Ancarani, Eleonora Proni, Barbara Lori, Gian Carlo Muzzarelli, Simona Lembi; da Giovanni Gordini e Vincenzo Paldino, Civici con De Pascale; da Lorenzo Casadei, Movimento 5 Stelle. La risoluzione presentata da Marta Evangelisti (FdI) è stata sottoscritta anche dalle consigliere e dai consiglieri Annalisa Arletti, Ferdinando Pulitanò, Priamo Bocchi, Nicola Marcello, Francesco Sassone, Fausto Gianella, Alessandro Aragona, Giancarlo Tagliaferri, Alberto Ferrero, e chiedeva alla giunta di sostenere attivamente il comparto dei dispositivi medici e del biomedicale.
“La Regione Emilia-Romagna, consapevole delle criticità generate dal payback e a seguito di un incontro con le associazioni di categoria, ha recentemente prorogato la scadenza degli avvisi di pagamento sui dispositivi medici fino al 31 dicembre 2025, prevedendo anche la possibilità di rateizzazione. La proposta di legge presentata dai parlamentari Andrea De Maria e Stefano Vaccari, finalizzata all’abolizione del payback, e volta a tutelare il settore biomedicale e per promuovere l’innovazione tecnologica, è stata accolta con favore dalla Regione. Questo dimostra – sottolinea Costi – una chiara volontà di tutelare il tessuto produttivo locale e salvaguardare i posti di lavoro, con particolare attenzione al distretto biomedicale di Mirandola. La consigliera, insieme agli altri firmatari, impegna la giunta – a rafforzare la collaborazione con il Governo nazionale e il Parlamento, affinché venga approvata al più presto una riforma del sistema che garantisca la sostenibilità del settore biomedicale e la qualità delle cure sanitarie, a sostenere la proposta di legge presentata dai parlamentari De Maria e Vaccari e a promuovere iniziative di sensibilizzazione a livello nazionale per evidenziare l’importanza strategica del settore”.
“Oltre 500 di queste imprese sono localizzate in Emilia-Romagna con cluster di eccellenza riconosciuti a livello internazionale come il distretto biomedicale di Mirandola che conta oltre 5.000 occupati – spiega Evangelisti – si tratta di una filiera composta da produttori e distributori che opera in totale sinergia e riesce per questo ad essere capillare sul territorio e a far arrivare i dispositivi in ogni ospedale e ambulatorio del SSN. L’Emilia-Romagna è stata l’unica regione ad inviare alle imprese il payback 2015-18, con una determina a novembre 2024, sulla base di alcune indicazioni pervenute dalle sentenze della Corte costituzionale, senza attendere la pronuncia di merito del TAR. Ed è a seguito di quel provvedimento che il 30 gennaio si è fatto un tavolo dove si è istituita una proroga”. La capogruppo di Fratelli d’Italia e gli altri firmatari della risoluzione chiedono alla giunta “di evitare l’assunzione di ulteriori iniziative autonome sul tema del payback, anche per dare seguito al tavolo istituito, e a promuovere un’iniziativa di confronto e coordinamento in sede di Conferenza delle Regioni e delle province autonome alla presenza del governo e delle associazioni maggiormente rappresentative di settore”.
Il dibattito sulle risoluzioni ha visto l’intervento di numerosi consiglieri ed ha occupato più di una seduta dell’Assemblea: è iniziato nella seduta pomeridiana del 4 marzo e terminato nella seduta odierna del 15 aprile 2025.
Gian Carlo Muzzarelli (Pd): “È una norma che rischia di creare problemi sia al settore pubblico che privato. Dopo il terremoto del 2012 il territorio di Mirandola ha investito parecchio sul biomedicale: dobbiamo scongiurare problematiche a queste imprese e, in generale, tutelare una filiera strategica per tutta l’economia del Paese. Ritengo corretto che venga riconvocato il tavolo per fissare un punto chiave, per rilanciare opportunità di lavoro delle imprese”.
Annalisa Arletti (FdI): “L’80 per cento delle aziende italiane del biomedicale sono localizzate nel distretto di Mirandola, occorre ricordare che si tratta di piccole medie imprese, e che producono dispositivi che arrivano negli ospedali e nei centri della nostra Regione; l’unico governo che si è occupato di questo tema è stato quello Meloni”.
Raffaele Donini (Pd): “Il sistema del payback ha un impatto devastante sulle imprese che, voglio ricordare, hanno vinto delle gare e non hanno nessuna responsabilità sul fatto che bisogna rientrare di quelle spese. Inoltre, Il sottofinanziamento della sanità è più ingente della richiesta in questione, e non si può pensare di mettere un cerotto attraverso una risorsa straordinaria come il payback. Può essere salvato solo da un adeguato fondo nazionale. È una norma sbagliata e autolesionista, dobbiamo assumere un’iniziativa immediata, va fermata”.
Giancarlo Tagliaferri (FdI): “Il comparto dei dispositivi medici è un pilastro fondamentale e una fonte significativa di innovazione e occupazione. La risoluzione che oggi presentiamo vuole costruire un intervento importante per le imprese e per il rilancio del settore. Siamo quindi chiamati ciascuno a fare la nostra parte”.
Paolo Trande (Avs): “La vera priorità è chiedere al parlamento di cancellare una norma che continua a produrre effetti. Per questo, trovo del tutto pertinente la risoluzione presentata dal Pd e sarebbe importante che tutta l’aula esprimesse questa richiesta. Non siamo l’unica regione ad avere questo problema, dovremmo aggiungere la richiesta di mettere nel Fondo nazionale ad esempio 3 miliardi l’anno, se no regaliamo pezzi del pubblico al privato”.
Ferdinando Pulitanò (FdI): “sarebbe bello partire a volte dalle stesse premesse, è una norma iniqua, sono d’accordo. Il payback nei fatti è introdotto da una norma finanziaria del 2015, il governo si trova di fronte a una bomba ad orologeria. Però dobbiamo dire che ad oggi l’unica regione che ha chiesto il pagamento è stata l’Emilia-Romagna. Basta leggere la risoluzione depositata per capire in maniera plastica che chiedete di risolvere un problema che voi non avete affrontato”.
Pietro Vignali (FI): “La Regione può fare a meno del payback o solo se il governo finanzia? Siamo pronti a fare questo lavoro insieme, spero anche la giunta regionale”.
Priamo Bocchi (FdI): “è uscito da pochi giorni il report sulla spesa farmaceutica di alcune regioni, ciò che salta all’occhio è che la Regione risulta tra le più virtuose, ma nella distribuzione diretta abbiamo uno scostamento importante”
Paolo Calvano (Pd): “È un tema spinoso e molto rilevante per il Paese e per la Regione. Nelle diverse ricostruzioni manca un pezzettino del racconto: questo governo su questa vicenda è già intervenuto scontando alle imprese 1 miliardo di euro. Tra il 2015 e il 2018 l’intero ammontare era di 2 miliardi. Dico questo perché è evidente che se ci fosse la volontà chiara di risolverlo, ci sarebbero le condizioni di legge per poterlo fare, intervenendo sul secondo miliardo. Si eviterebbe alle regioni di sentirsi obbligate a chiedere il payback alle aziende. Serve la volontà di mettere più risorse nella sanità, ma questa volontà non c’è”.
Luca Pestelli (FdI): “Se non ci sono profili di illegittimità della norma, dobbiamo agire a livello politico. Vorrei cercare di cambiare prospettiva al dibattito, ci sono din mezzo persone fragili che vanno oltre i numeri e le sentenze, dovremmo mettere la loro salute al centro del dibattito. Il settore dei dispositivi medici ha bisogno di prospettive di crescita, in un contesto in cui dovrebbe essere incentivato. Il privato serve insieme al pubblico a sostenere la salute delle persone. Chiediamo che la Regione provveda all’annullamento delle richieste inviate”.
Marta Evangelisti (FdI): “Voteremo a favore della proposta di Fratelli d’Italia e non voteremo a favore della risoluzione del Partito democratico. È una battaglia che sta su un tema di merito, che incide sull’economia di una filiera produttiva e sulle persone più fragili. È una normativa ritenuta oggi profondamente ingiusta, se non fosse che nessun governo in precedenza si è assunto l’onere di intervenire su questa norma. In questo momento c’è un tavolo al ministero economia e finanza e c’è un momento importante di confronto. Riteniamo di buon senso l’impegno che con questa risoluzione vuole assumere e chiediamo alla Regione: di assumere ulteriori iniziative economiche, di annullare quel provvedimento che, seppur congelato, esplica i suoi effetti giuridici e di sostenere il comparto dei dispositivi medici e del biomedicale. Chiediamo alla maggioranza di sostenerla”.
Maria Costi (Pd): “Dopo che è stato risposto al mio appello di votare non secondo logiche di appartenenza, ma di responsabilità in maniera negativa rispondo anch’io in maniera negativa. Questo governo ha superato la metà della legislatura e avrebbe potuto intervenire sulla norma. Sono d’accordo, dobbiamo guardare alle persone e alle imprese del biomedicale. Per questo, chiediamo collaborazione al Governo nazionale: esiste una proposta di legge che è stata specificata, e dobbiamo promuove iniziative a livello nazionale per sensibilizzare sull’importanza del settore”.
(Giorgia Tisselli)
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