Quasi 10 miliardi destinati alla sanità per il 2025, di cui otto per garantire i livelli essenziali di assistenza: la Commissione sanità, presieduta da Gian Carlo Muzzarelli, ha espresso parere favorevole sulle linee di programmazione e finanziamento alle Aziende sanitarie, illustrate oggi dall’assessore alle Politiche per la Salute Massimo Fabi.
“C’è bisogno di un’operazione verità – ha esordito Muzzarelli -, perché stiamo assistendo a un affaticamento sul tema delle risorse per garantire i pilastri di una comunità sana e valoriale, la salute dei cittadini e il rafforzamento della sanità e del welfare”. Muzzarelli ha parlato di una crescente domanda di servizi sanitari, ricordando l’aumento degli over 65 sul territorio regionale, indicatori di una nuova complessità. “La priorità è quella di garantire equità e dignità, superando definitivamente il periodo pandemico che ancora lascia qualche strascico, ragionando sulle difficoltà, ma anche sull’importanza dei nuovi farmaci e sulle opportunità offerte dalla ricerca”, ha detto.
Ad illustrare le linee di programmazione è stato l’assessore Fabi che ha delineato la situazione per l’anno 2025. “E’ vero che c’è stato un incremento delle risorse sul conto sanitario nazionale di circa 2,4 miliardi di euro rispetto al 2024, con un aumento dell’1,8%. Ma la spesa sanitaria è aumentata del 3,6%, un gap molto forte, che rappresenta una sfida per le regioni che devono gestire questo aumento dei costi senza un corrispondente aumento delle risorse”, spiega Fabi citando il parere della Conferenza delle regioni.
Tra gli obiettivi delineati dall’assessore sul fronte della prevenzione, ci sono quelli volti al rafforzamento della copertura vaccinale tra bambini e anziani, al potenziamento dello screening per alcune tipologie di tumore, alla promozione di sani stili di vita e della sicurezza negli ambienti di lavoro. E ancora l’impegno a migliorare l’assistenza territoriale, a garantire la tempestività della presa in carico del paziente, a dare sempre più attenzione al tema della salute mentale, a garantire il finanziamento alla ricerca.
Capitolo a parte merita la non autosufficienza: l’assessore ha parlato di “rafforzamento dei servizi e di potenziamento del ruolo del caregiver”. Un accenno anche alla questione dei punti nascita. “Lo standard per garantire la sicurezza è quello dei 500 parti annui: si tratta di percorsi in evoluzione e alla fine di quest’anno trarremo le conclusioni necessarie”, ha chiarito Fabi.
Fabrizio Castellari (Pd) ha puntato l’attenzione sul rafforzamento del rapporto tra ospedale e territorio, valutando positivamente l’azione della giunta. “Le case della comunità rappresentano un’esperienza che sta funzionando bene e anche sui Cau la valutazione è positiva, al di là degli aspetti migliorabili. Bene anche che si punti sul benessere mentale nelle giovani generazioni e sul supporto psicologico a tute le età”. “Occorre lavorare per introdurre farmaci innovativi – ha concluso – e qui non possiamo non vedere il divario tra il sottofinanziamento cronico del sistema sanitario nazionale e l’aumento della spesa”.
Giovanni Gordini (Civici con de Pascale) ha sottolineato come “il sottofinanziamento del governo per il fondo sanitario nazionale ci impone di far ricorso a risorse interne. In questo contesto è necessario supportare i punti nascita, in particolare nelle aree periferiche. Bisogna prestare particolare attenzione alle aree interne del territorio in modo che esista equità distributiva”.
Per Maria Costi (Pd) “la gestione delle risorse umane è fondamentale e quindi è importante attrarre personale sanitario che attualmente scarseggia. Valore fondante per la nostra regione sono le cure domiciliari e palliative così come è essenziale cogliere il tema della fragilità e la necessità di supportare il servizio psicologico per la salute mentale”.
“Vorremmo assistere ogni tanto a una illustrazione senza la solita litania sulla scarsità dei fondi nazionali”, ha criticato Priamo Bocchi (FdI) che ha poi chiesto conto dell’effettivo livello di integrazione raggiunto tra il sistema sanitario regionale e universitario. “Sul tema della chirurgia robotica – ha evidenziato -, è giusto che si guardi alla soglia dei 350 interventi annui dato che investimenti di questo tipo devono rendere conto dei risultati. Ad oggi sui 17 robot presenti, 15 sono da Modena a est, mentre su Parma, Piacenza e Reggio ce ne sono solo due: forse sarebbe giusto distribuirli in modo più trasversale”.
Per Elena Ugolini (Rete Civica) “bisogna distinguere tra politica, gestione e professione, solo così si può migliorare il servizio sanitario: a volte c’è un modo sottile di condizionare le scelte organizzative che non valorizzano il merito. L’idea delle farmacie convenzionate può essere aiuto per mettere la persona al centro e avere un’assistenza ‘a pochi passi’. Poi, però, occorre fare un esame sull’equilibrio dei sistemi pubblico e privato e capire se c’è un margine di miglioramento senza arrivare a fare dei tagli, sui tempi di attesa per le visite, sulla gestione dei fondi Pnrr, che risultano impiegati solo per il 4%. Utile anche capire quale disavanzo è previsto per il 2025”.
“E’ un dato oggettivo che la spesa sanitaria cresca più delle risorse stanziate – ha precisato Raffaele Donini (Pd) -. Questo non deve trasformarsi per forza in un giudizio politico, ma le Regioni sono in difficoltà perché vedono il disallineamento e non riescono a governare l’incremento della spesa. La situazione è preoccupante e credo che questo ci debba unire tutti nella definizione dei metodi di lavoro che consentano il miglior risultato possibile”. Donini ha poi evidenziato l’importanza di non creare disparità sui territori. “Le linee di azione teoriche devono avere un disegno organico e coerente da Rimini a Piacenza: questo dipende da noi”.
Nicola Marcello (FdI) ha sottolineato come “il governo attuale ha aumentato di più rispetto ai governi precedenti. Dall’esame del documento emergono misure drastiche e che sono previste verifiche bimestrali della spesa anche alla luce del buco che ha sfiorato i 200 milioni di euro. Bene il passo avanti per le Case della comunità, ma come si rapporteranno con i Cau e la continuità assistenziale, come verranno gestite? Posso affermare che difficilmente in diverse zone i medici di medicina generale andranno a lavorare nelle Case della comunità. Servono inoltre un cambio di passo sulla certificazione dei Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) e sull’assistenza sanitaria in carcere”.
Valentina Castaldini (Forza Italia) ha evidenziato “il ritardo della Regione nel definire le linee guide del servizio sanitario: come possono le Aziende sanitarie programmare la propria attività e rispondere al bisogno di salute dei cittadini? Scompaiono 22,7 milioni per la rimodulazione del superticket e ora le prime visite sono gratuite solo per i figli con meno di 14 anni. Le assunzioni sono ancora bloccate e molte Aziende sono costrette a fare contratti libero professionali. L’assessorato deve chiarire i criteri per i premi ai direttori generali legati alla gestione delle agende per la prenotazione delle visite”.
Marta Evangelisti (FdI) ha parlato di “poca trasparenza del progetto, avviato su stime non definitive e con un margine di incertezza”. “Questa Regione ha tagliato servizi quando altre non tagliavano e oggi ci si lamenta del sottofinanziamento: il tema non sono le risorse, ma come vengono impiegate. La ricostruzione fornita sui Cau e sul sistema dell’urgenza non trova riscontro sui territori: non risulta che i Cau abbiano alleggerito i pronto soccorso e il cosiddetto contenimento dei costi si è tradotto in un peggioramento dell’assistenza territoriale. Ci sono contraddizioni tra le opportunità offerte dal Pnrr e la sostenibilità operativa delle aziende sanitarie e ciò fa pensare che nel 2026 alcune di queste risorse resteranno inutilizzate”. Evangelisti è critica anche sul tema “ancora rimandato dei punti nascita”, così come sulla pillola abortiva a domicilio. “Non la sconfessiamo nella sua interezza, ma non può passare il messaggio che diventi una pratica scontata”.
Per Maria Laura Arduini (Pd) “la sanità territoriale è una risposta necessaria alle esigenze presenti in Emilia-Romagna. Fondamentale sono le Case della comunità, sostenute anche da professionisti come gli infermieri di famiglia in un momento di carenza di questa figura. Tengo a sottolineare che non può esser messa in discussione l’interruzione di gravidanza, anche in riferimento ai luoghi dove avviene se si può svolgere in condizioni di sicurezza, poiché significa tutelare la salute psicologica della donna”.
Tommaso Fiazza (Lega) ha puntato l’attenzione sulla parità di genere. “Visti i fatti occorsi nel piacentino mi aspettavo un passaggio relativo ai controlli interni e soprattutto su come mai i controlli hanno fallito”, ha affermato. Centrale per Fiazza anche la questione dei punti nascita: “Serve un’attenzione anche alla distanza: il punto nascita di Borgotaro ha chiuso da diversi anni e ciò ha creato notevole preoccupazione, visto che adesso bisogna percorrere distanze tra gli 80 e i 100 chilometri. Occorre dare risposte alla montagna che si sente abbandonata”.
(Brigida Miranda, Lucia Paci)


