Prosegue in Assemblea legislativa il dibattito sul progetto di legge alle Camere proposto dalla giunta per chiedere al Parlamento di stanziare 4 miliardi di euro in più per il fondo nazionale per la sanità. Il voto finale è atteso in serata.
Simone Pelloni (Lega) ha commentato: “Questa proposta è propaganda o poco altro: il tema centrale non riguarda solo le risorse finanziarie. È importante capire come investiamo, l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa, guardare cosa non funziona. Non abbiamo affrontato una riforma del Sistema sanitario regionale. Non ho trovato alcuna Regione che ‘abusa’ delle liste chiuse come l’Emilia-Romagna. Il disavanzo 2022 è di 800 milioni di euro. Credo che oggi avremmo dovuto svolgere un altro lavoro in quest’Aula: avremmo dovuto discutere proposte di riforma. Sono stati tagliati più di 800 posti letto nella scorsa legislatura e questi numeri fanno male. I tagli hanno riguardato soprattutto i presidi periferici e oggi le uniche soluzioni in campo sono quelle per l’edilizia sanitaria, non di maggiori servizi nei territori”.
Per Ottavia Soncini (Pd): “Questa proposta politica è sostenuta dai cittadini che chiedono una sanità pubblica. Hanno firmato anche nella nostra regione per il progetto di legge alle Camere. Mancano almeno 5 miliardi per la sanità. Tanti italiani stanno rinunciando a curarsi per le attese lunghe e i costi elevati. Anziché reclutare medici e infermieri, il governo sta facendo fuggire il personale verso il privato, verso l’estero. A pagare saranno tutti i cittadini, specialmente negli ambienti fragili. Francia e Germania investono più nel 9% del Pil in sanità mentre il governo Meloni fa scelte opposte rispetto ai nuovi bisogni di salute dei cittadini. Se non si sceglie di investire nella sanità pubblica si aprirà un periodo complesso per chi ha maggiore bisogno di salute. Una parte enorme del nostro sistema di welfare viene penalizzata”.
Il presidente della giunta Stefano Bonaccini ha sottolineato: “I due problemi principali sono le risorse da destinare alla sanità pubblica e il personale che deve garantire le prestazioni. Oggi approviamo questo progetto contestualmente alla Toscana, a cui siamo vicini in questo momento di difficoltà per l’ondata di maltempo, una Regione come la nostra con un sistema sanitario in linea col dettato della Costituzione. Tutti devono avere le stesse opportunità di essere curati. Anche il Piemonte, a guida centrodestra, ha approvato lo stesso progetto di legge. Alle Regioni italiane mancano 5 miliardi di euro per la sanità. In questo paese chi ha la possibilità si rivolge al privato: rischiamo che sia il conto in banca a fare la differenza tra chi può curarsi e chi no. L’Emilia-Romagna è ancora in testa per i Livelli essenziali di assistenza (Lea) erogati. Ma le risorse sono poche e il personale è sottodimensionato. Va rivisto anche il numero chiuso alla facoltà di medicina. La proposta del governo per il prossimo triennio è assolutamente inadeguata”.
“Siamo di fronte a una proposta di legge di grande importanza per le persone, vogliamo tutelare il diritto alla salute: questo progetto di legge contiene proposte strutturali mentre le proposte del governo non lo sono e non hanno una logica di programmazione”, spiega Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini), mentre Valentina Castaldini (Forza Italia) sottolinea come “occorre arrivare a un equilibrio diverso da quello attuale, se questa proposta di legge verrà approvata diventerà linea di indirizzo per la prossima finanziaria. Questa legge sarebbe dovuta essere presentata dai parlamentari oppure i presidenti delle Regioni avrebbero dovuto proporre loro un aumento dei fondi per la sanità, come sarebbe stato giusto. Annuncio che non parteciperò al voto perché avrei voluto una discussione diversa”.
“L’Italia stanzia per la sanità meno della media europea: eppure la pandemia da Coronavirus ci ha dimostrato come sia importante un sistema sanitario pubblico universalistico, vogliamo risorse finanziarie stabili e adeguate”, spiega Pasquale Gerace (Italia Viva) che ricorda come servano “parametri seri per lo stanziamento annuo per la sanità pubblica non andando sotto il 7,5% del Pil nazionale, ben sapendo che oggi è ben al di sotto di questa cifra: sindacati e associazioni di categoria hanno espresso parere favorevole a questa proposta di legge”.
Marco Mastacchi (Rete Civica) ha rimarcato come “in passato i tagli alla sanità venivano chiamati ‘riorganizzazione’ e questa proposta di legge è quindi poca concreta e propagandistica. Le criticità del sistema sanitario sono varie: manca una medicina del territorio, ci sono grandi diseguaglianze fra le regioni, c’è carenza di personale, bisogna decongestionare i pronto soccorso. Per raggiungere gli obbiettivi servono risorse, nuove assunzioni, una migliore organizzazione per dare piena e concreta attuazione alla riforma della medicina territoriale, intervenire sulle liste di attesa e sul numero chiuso alla facoltà di medicina”.
Per Silvia Zamboni (Europa Verde): “La sanità non può essere un lusso solo per chi può permettersi le cure ed è una deriva che va stoppata. Per questo è da irresponsabili non votare questa legge. Le liste d’attesa sono sicuramente un problema e vi si rimedia col personale, dobbiamo investire su medici e infermieri. Ma il governo continua a penalizzare chi lavora nella sanità pubblica che sempre più spesso si sposta verso il privato. In questo paese si decide di spendere in spese militari senza contare che i rincari energetici, l’inflazione stanno mettendo in ginocchio le famiglie. Serve una sanità pubblica per tutti, non solo per chi se lo può permettere”.
Stefano Bargi (Lega) ha sottolineato: “Oggi siamo in una situazione così disastrosa rispetto al passato? Se prendiamo i dati del governo Draghi risulta che in quel periodo è iniziata una contrazione costante. Mi chiedo se allora non fosse un problema contrarre la spesa sanitaria rispetto al Pil come invece accusa oggi la maggioranza. Dato che questo progetto di legge verte su questo rapporto, dati alla mano, è evidente che il governo rispetto al passato dimostra di voler cambiare il trend. Se avessimo fatto una proposta simile noi dell’opposizione saremmo stati accusati perché non sta in piedi”.
“Voteremo contro, mi spiace che il presidente Bonaccini non sia qui in Assemblea e preferisca essere a iniziative del suo partito piuttosto che essere qui: è venuto in Assemblea a fare il suo show, show che noi rimandiamo al mittente”, spiega Matteo Rancan (Lega).
Netta la replica della relatrice di maggioranza Marcella Zappaterra (Pd): “Il dibattito ha dimostrato che non ci convinciamo a vicenda, il centrodestra ha parlato delle politiche del passato, ma così non si capisce che con questo progetto di legge facciamo una proposta al Paese. Questa nostra proposta è al Parlamento perché decida: non ho sentito nessuno dire che è contrario all’aumento del fondo nazionale e a togliere i tetti per assumere del personale”.
Dal canto suo il relatore di minoranza Daniele Marchetti (Lega) ha ribadito come “il governo ha cercato di affrontare il tema sanità stanziando 3 miliardi di euro in più. Nel dibattito di oggi è andato in scena uno scontro tra due versioni di gestione della sanità”. Marchetti ha anche sottolineato come il centrosinistra abbia dubbi sulla sanità privata, ma in realtà anche in Emilia-Romagna se ne faccia un grande uso e ha chiesto di affrontare il tema liste d’attesa.
“Questo progetto di legge raccoglie le proposte arrivate da tutte le Regioni: si può votare contro, ma non si può negare che quello che oggi noi votiamo è patrimonio di tutti, è frutto del lavoro di tutte le Regioni e si tratta di documenti che avevamo già presentato al governo Draghi prima ancora che al governo Meloni”, spiega l’assessore alla Sanità Raffaele Donini.
(Lucia Paci e Luca Molinari)


