“I casi di meningite ceppo C in Toscana sono ormai numerosi: dal 2015 a oggi sono più di 60, con una mortalità del 20% circa. A questi si aggiungono altri casi di meningite ceppo B e meningite pneumococcica, mentre altri casi si stanno registrando nelle ultime settimane anche in Liguria, Lombardia, Piemonte, Campania e Lazio, tra cui alcuni con esiti mortali”.
Lo ricordano i consiglieri del gruppo della Lega nord (primo firmatario: Matteo Rancan) in un’interrogazione, dove segnalano che “secondo i dati dell’Oms, a livello mondiale, i tassi più alti di Neisseria meningitidis (meningococco) si registrano nella cosiddetta meningitis belt (fascia della meningite), area che comprende i paesi dell’Africa subsahariana, dal Senegal all’Etiopia. In questa zona, dove vivono circa 300 milioni di persone, la malattia è endemica e la stagione secca favorisce la diffusione della malattia. Nella meningitis belt il ceppo di meningococco A è responsabile di circa l’80-85% di tutti i casi di malattia, con intervalli di 7-14 anni tra un’epidemia e un’altra. Tuttavia, come riportato dall’Oms nel luglio 2015, dal 2013 a oggi, i casi di meningite ceppo C in Nigeria e Niger sono notevolmente aumentati. Nei primi sei mesi del 2015 l’Oms ha registrato circa 12.000 casi di meningite C nelle due nazioni e circa 800 decessi. Proprio in ragione di ciò, l’Oms, assieme ad altre Ong, avvertì in merito a un’ondata epidemica nel 2016”.
“I massicci flussi migratori verso l’Italia, negli ultimi anni, – scrivono i consiglieri – hanno visto una netta prevalenza delle etnie africane. Sul totale degli arrivi, il 15%, equivalente a circa 20 mila soggetti, è proveniente dalla Nigeria (come riportato dal Ministero dell’Interno nei rapporti annuali sulle richieste d’asilo), focolaio epidemico della meningite” e anche se “le cause di questa epidemia in Italia sono ancora da chiarire, tuttavia – aggiungono – pare evidente che un cospicuo afflusso di persone provenienti dalla ‘cintura della meningite’ non possa che favorire il diffondersi di questa malattia”.
“L’Emilia Romagna – si legge ancora nel testo – ha avviato programmi di vaccinazione presso le proprie Asl, offrendo vaccini contro la meningite a prezzo agevolato (il costo si aggira attorno ai 50 euro a dose, non particolarmente economico dunque). Tuttavia la massiccia richiesta e i tempi di attesa prolungati fanno sì che i cittadini optino per l’acquisto diretto del vaccino, con un esborso in denaro decisamente superiore”.
I consiglieri chiedono quindi alla Giunta quali azioni intenda intraprendere per arginare l’ondata epidemica di meningite, quanti casi di meningite si siano registrati negli ultimi 2 anni in Emilia Romagna, se sia a conoscenza di eventuali casi di meningite (o altre malattie infettive) tra i richiedenti asilo ospitati sul territorio emiliano romagnolo e quali azioni intenda intraprendere nel caso in cui vi fosse una tale casistica.
Gli esponenti della Lega invitano, inoltre, l’esecutivo regionale a richiedere al ministero dell’Interno una documentazione clinica certificata di ogni singolo richiedente asilo presente sul territorio regionale per informare le autorità locali di eventuali “casi clinici”; ad avviare un programma più ampio di vaccinazioni contro la meningite, predisponendo fondi per la riduzione del costo delle dosi a carico dei pazienti e riducendo i tempi di attesa per la somministrazione; a predisporre una campagna informativa sulla malattia e sull’utilità e le modalità di somministrazione del vaccino.
Hanno sottoscritto l’interrogazione, oltre a Rancan, Alan Fabbri, Gabriele Delmonte, Stefano Bargi, Daniele Marchetti, Fabio Rainieri, Marco Pettazzoni, Andrea Liverani e Massimiliano Pompignoli.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it)
(Antonella Celletti)