L’attuazione della legge regionale 19 del 2018 in materia di defibrillatori (Dae) è in ritardo: “La giunta ne chiarisca i motivi e indichi quante sono le risorse economiche complessivamente investite per dare attuazione alla normativa, distinte per annualità e ambiti di intervento”. Sono le domande poste nell’interpellanza da Michele Facci (Lega) che ha evidenziato la necessità di tenere fede “allo specifico Programma promosso e sostenuto dalla Regione per la diffusione dei defibrillatori semiautomatici esterni”.
In Aula, ha risposto l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini.
Facci ha ricordato che “l’articolo 15 prevede un sistema regionale per rendere il territorio cardio-protetto attraverso la diffusione capillare dei defibrillatori”. In sedi istituzionali, sportive, immobili, condomini, personale formato per l’utilizzo e una mappatura.
Donini ha risposto che “oggi ci sono 175 Dae ogni 100mila abitanti per un totale di 7.770 defibrillatori pubblici, a fronte dei 3.557 al momento del varo della legge del 2018. In 5 anni, i Dae sono raddoppiati, grazie a cittadini, imprese, volontariato. La mappatura è permanente ed è visibile tramite il portale 118 e ci sono 103 nuclei formativi accreditati. Dal 2019, sono stati stanziati 85mila euro per corsi di formazione su sicurezza e salute dei bambini. Ci sono poi 150mila euro strutturali ogni anno per volontari e pubbliche assistenze dedicate al primo soccorso. Oggi non sono ancora erogati i fondi 2021 (2 milioni di euro l’anno) per la diffusione dei Dae. Nelle prossime settimane la Regione metterà fondi propri per 1,4 milioni, e altri 1.000 Dae, per implementare la rete di defibrillazione”.
Facci ha replicato che “la risposta non è stata esaustiva, ma apprezzo la buona volontà per i prossimi stanziamenti. Intese con amministratori di condomini immagino non ci siano, si glissa sul tema. Sarebbe un’iniziativa importante”.
“Il 18 maggio – ha ricordato il consigliere – ho interrogato la giunta per conoscere a che punto fosse la situazione, ma dalla risposta ricevuta dall’assessorato alla Sanità emerge che di fatto non è stata ancora data attuazione all’articolo 15 della legge 19, in quanto il Programma regionale per la diffusione dei DAE (Defibrillatori automatici esterni) non risulta ancora completato, a distanza di ben 5 anni dalla promulgazione”. Delle azioni intraprese “non si è fatto cenno, se non la mappatura” continua il consigliere
“Inoltre – ha aggiunto Facci – poiché la Regione oltre alle numerose proprie sedi vigila su 50 enti, partecipa a 17 società, e controlla 70 enti di diritto privato, è abbastanza sorprendente conoscere che gli apparecchi DAE (inseriti all’interno del Registro regionale unico dei defibrillatori) presenti nelle sedi della Regione e degli enti e aziende ad essa collegate siano soltanto 23”.
(Gianfranco Salvatori)