COMUNICATO
Sanità e welfare

Sanità Forlì-Cesena. Pestelli (FdI): fare chiarezza sul futuro dell’Irccs-Irst di Meldola

A seguito di articoli apparsi sulla cronaca de “Il Resto del Carlino” si chiede conto del comportamento dell’Ausl Romagna

Fare chiarezza sul futuro sul futuro dell’Irccs-Irst Dino Amadori di Meldola, in provincia di Forlì-Cesena.

A chiederlo, in un’interrogazione, è Luca Pestelli (FdI) che ricorda come “sulla cronaca forlivese del quotidiano “Il Resto del Carlino” in data 10.04.2025, è riportato un passaggio del verbale di bilancio previsionale 2024 dello stesso Irst secondo il quale, citando testualmente dallo stesso articolo “Nonostante abbia curato migliaia di pazienti romagnoli, all’Irst di Meldola sono mancati all’appello 3,2 milioni di euro: somme non riconosciute dall’Ausl Romagna in applicazione dell’accordo di fornitura”.

Da qui l’atto ispettivo per sapere dalla giunta “quali siano i progetti relativi a ruolo e apporto di Regione Emilia-Romagna e Ausl Romagna in relazione all’Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori “Dino Amadori” di Meldola e se nel corso degli anni 2023 e 2024 siano state erogate prestazioni da parte di questa realtà, anche eventualmente oltre ai numeri previsti dagli accordi di fornitura, che non siano state successivamente coperte economicamente da parte dell’Ausl Romagna. In caso di risposta affermativa a questo quesito e in forza di quali motivazioni sia stato negato il finanziamento a tali prestazioni e se queste ultime siano state considerate da parte della stessa Ausl Romagna appropriatamente erogate”.

Pestelli chiede inoltre “se corrisponde al vero quanto scritto dal Carlino e se sia intenzione della Regione Emilia-Romagna o dell’Ausl Romagna intervenire al fine di modificare la natura giuridica dell’ente”. Si chiede, infine, se sia vero che la Regione vuole depotenziare il centro, privandolo della possibilità di erogare determinati servizi.

(Luca Molinari)

La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 12 aprile 2024 è soggetta alle disposizioni in materia di “par condicio” (legge 28/2000)

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