Mancanza di contributi per la rimozione e lo smaltimento di amianto nel piano regionale di prevenzione 2015-2018, in particolare per le abitazioni private e le “micro e piccole imprese”, specie del settore agricolo, peraltro escluse anche dagli incentivi “erogati tramite il Bando ISI Inail 2017 e riconfermati per il 2018”. Così Giulia Gibertoni (M5s) in un’interpellanza a risposta orale in aula critica la politica regionale sullo smaltimento delle coperture edilizie in voga negli anni ’70 e ’80. Da tempo la letteratura medica indica l’amianto come causa di tumori, specie se si inalano le piccole particelle del materiale degradato.
La consigliera di opposizione, premesso che “la mappatura regionale degli edifici pubblici o privati aperti al pubblico aggiornata al 31/12/2016 censisce la presenza di amianto in 10 ospedali (4 solo nella provincia di Modena) in 4 asili nido, e 34 strutture scolastiche, e sono sempre più numerose le segnalazioni, che arrivano alle Amministrazioni comunali e alle Aziende Usi, di coperture contenenti fibre di amianto, soprattutto di piccole superfici e spesso di abitazioni private” che non vengono rimosse “a causa dei costi elevati e ancor di più per la mancanza di contributi di sostegno”, chiede di sapere “se siano stati avviati, successivamente all’approvazione del Piano amianto regionale sopra citato, bandi di finanziamento volti alla eliminazione dell’amianto dalle coperture, rivolti non solo ad imprese o consorzi ma anche a privati cittadini, specificandone, in caso positivo, i dettagli e indicando quelli ad oggi aperti”. La consigliera M5s vuole inoltre sapere se “la Cabina di Regia e il Gruppo Tecnico Regionale, dopo quasi un mese dalla loro istituzione, abbiano preso in considerazione il problema che il nuovo Piano Regionale approvato non preveda finanziamenti volti alla eliminazione dell’amianto dalle coperture, in particolare per i piccoli interventi e per le coperture di abitazioni private”.
Una circostanza evidenziata secondo la consigliera dal paragrafo 6.2.1 del piano regionale, dedicato all’integrazione delle attività fra Regione Emilia-Romagna, Anci, Aziende Usl e Comuni che “non parrebbe prevedere alcuna forma di finanziamento per gli anni a venire, in quanto sarebbe “previsto solamente di ‘approfondire i criteri di selezione dei siti contenenti amianto’, ‘promuovere procedure semplificate per la gestione di segnalazioni’; ‘promuovere procedure semplificate per la rimozione e smaltimento di piccole quantità di MCA in matrice compatta’; ‘attivare una collaborazione fra Regione Emilia-Romagna e Anci Er’ per la definizione e l’adozione di azioni integrate'”.
Gibertoni ricorda infine che “la sempre maggiore sensibilità al problema amianto crea inoltre preoccupazione per gli eventuali rischi corsi dagli occupanti degli immobili e accende
contenziosi nella gestione del problema, in assenza di modalità valutative uniformi, nonostante siano stati proposti diversi algoritmi finalizzati a pesare la vetustà e le condizioni di conservazione dei MCA”, e “anche negli atti di compra-vendita di immobili non è prevista una esplicita identificazione della presenza di parti in MCA negli edifici o negli impianti del bene venduto o acquisito”. Gibertoni suggerisce infine “di rendere obbligatorio, accanto alla Certificazione energetica ormai prevista obbligatoriamente nell’atto di compra
vendita di immobili, una certificazione attestante la presenza/assenza di MCA con la precisa collocazione e descrizione del materiale positivo”.
(Marco Sacchetti)