In alcuni ospedali dell’Emilia-Romagna, la “camera calda”, quel “locale collegato con il Pronto soccorso-Medicina d’urgenza” che, “grazie alla sua conformazione architettonica e al fatto che viene aperta e chiusa al bisogno, consente di effettuare in una situazione di maggior confort termico e climatico il ‘trasbordo’ del paziente dal mezzo di soccorso”, si sarebbe trasformato in un “ambiente gelido”, causando “notevoli” disagi agli utenti e al personale sanitario.
Ne dà notizia Giulia Gibertoni (M5s) in un’interrogazione rivolta alla Giunta regionale, dove segnala che “spesso la causa delle basse temperature all’interno della camera calda è da attribuire alla rottura delle porte basculanti, che si dovrebbero aprire e chiudere automaticamente all’arrivo dei mezzi”, in altri casi sarebbero le bocchette dell’aria calda a non funzionare “per mancanza di manutenzione o per guasti momentanei”.
La consigliera invita quindi la Giunta a esprimere un giudizio su quanto segnalato e sollecita verifiche sulla carenza di “sicurezza sul lavoro” causata dal mancato funzionamento della camera calda in alcune strutture ospedaliere.
Altre richieste: quelle di sollecitare con urgenza le direzioni aziendali delle varie strutture sanitarie a mantenere efficienti le camere calde e di suggerire alle aziende ospedaliere di dare notizia dei disservizi in tempo reale, tramite i propri portali web o con altre comunicazioni, in modo tale da consentire all’utenza di “indirizzarsi meglio nelle proprie scelte in caso di bisogno”.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it)
(Antonella Celletti)