Monitorare e contrastare la diffusione della peste suina africana in Emilia-Romagna.
A chiederlo è un’interpellanza della Lega a firma di Emiliano Occhi (primo firmatario), Fabio Rainieri, Gabriele Delmonte, Massimiliano Pompignoli, Michele Facci, Matteo Montevecchi, Maura Catellani, Matteo Rancan, Stefano Bargi e Andrea Liverani.
“A gennaio 2022 si sono registrati nel nostro Paese i primi casi di peste suina africana (PSA), che hanno colpito Piemonte e Liguria e che si sono spinti fino al confine con la nostra Regione interessando indicativamente i comuni di Zerba e Ottone che sono i comuni più vicini al confine con le regioni colpite e la Regione ha attivato un gruppo di esperti per affrontare il tema”, spiegano i leghisti che ricordano come “secondo quanto espresso nell’ultimo resoconto del Gruppo Operativo degli Esperti PSA del 10 gennaio 2023 la peste suina africana avrebbe colpito anche il cd lotto 7 il quale include anche parte della Regione Emilia-Romagna dimostrando così come la situazione sia in continuo peggioramento e che pertanto è obbligatorio alzare la guardia e incentivare le misure di contenimento affinché la malattia non si possa espandere all’interno di tutto il territorio regionale”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere dalla giunta “se si ritiene che quanto messo in atto finora dalla Regione Emilia-Romagna sia
sufficiente a limitare il contagio e il rischio di trasmissione della PSA e se intende incentivare recinzioni e controlli nelle zone confinanti alle regioni Piemonte e Liguria dove i casi di PSA si continuano a registrare”.
Poi ancora: “La Regione vuole istituire delle cd “zone cuscinetto” libere dall’infezione in cui poter attuare un depopolamento sensibile di cinghiali e se, a questo scopo, nelle aree libere dall’infezione ritenga possibile utilizzare la caccia “in braccata” per incrementare il
depopolamento e vuole incentivare le attività di ricerca delle carcasse e di depopolamento dei cinghiali?”.
(Luca Molinari)