COMUNICATO
Sanità e welfare

Sanità. La Lega: fare chiarezza sulla spesa per i dispositivi medici

Un’interrogazione a prima firma Michele Facci vuole verificare la gestione delle risorse

Fare chiarezza sulla spesa sostenuta dal sistema sanitario regionale per l’acquisto di dispositivi medici per gli anni 2019/2020/2021/2022.

A chiederlo è un’interrogazione della Lega a firma di Michele Facci (primo firmatario), Daniele Marchetti, Valentina Stragliati, Simone Pelloni e Fabio Bergamini.

“Esiste una proposta di delibera relativa alle linee di programmazione e di finanziamento delle Ausl viene riferito un utilizzo non appropriato dei guanti non sterili “per uso sanitario” o “da esplorazione”, in particolare durante la gestione dell’emergenza Covid-19, e viene indicato l’obiettivo di ridurre del 5%, rispetto all’anno 2022, la quantità di guanti da utilizzare nell’anno 2023: allo stato della legislazione vigente, le aziende fornitrici dei dispositivi medici devono farsi carico – pro quota – dello sforamento della spesa regionale per l’acquisto degli stessi. In tal modo, grava anche sul privato l’eventuale mala gestio della spesa pubblica sugli acquisti dei Dispositivi medici, meccanismo attualmente all’esame, oltre che del Parlamento per una possibile revisione normativa, anche della Magistratura amministrativa per eventuali profili di illegittimità” chiede la Lega che interroga la giunta per sapere “quale sia stato l’importo complessivo della spesa sostenuta dal SSR per l’acquisto dei Dispositivi medici, suddivisa per Aziende sanitarie, negli anni 2019-2020- 2021 e 2022, e quale sia stato il correlato sforamento del tetto massimo previsto, sempre suddiviso per Aziende; 4 – in particolare, quale sia stato l’importo della spesa per l’acquisto di guanti non sterili “per uso sanitario” o “da esplorazione”, suddiviso per Aziende sanitarie, negli anni 2019- 2020-2021 e 2022; – quali eventuali nuove azioni intenda adottare per ridurre la spesa per i dispositivi medici, così da rientrare nei limiti di legge, ed evitare di addebitare lo sforamento della spesa pubblica – seppure pro quota – sulle aziende fornitrici”.

(Luca Molinari)

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