La Regione rifiuti le nuove linee guida ministeriali che prevedono la somministrazione della pillola abortiva Ru486 in day hospital, nei consultori e con tempi estesi fino alla nona settimana.
A chiederlo è la Lega in un’interrogazione a prima firma del consigliere Matteo Montevecchi che motiva l’atto ispettivo ricordando come “le nuove linee guida ministeriali non abbiano alcuna valenza di legge; da ciò ne deriva il fatto che la loro adozione non sia assolutamente obbligatoria e perfino l’art. 8 della legge 194 attualmente in vigore preveda che tutto l’iter abortivo debba essere svolto esclusivamente negli ospedali o negli istituti e strutture indicate dalla legge, dunque non nei consultori familiari per poi abortire a casa, come invece viene previsto dalle nuove linee guida ministeriali”.
Gli esponenti del Carroccio ricordano che già altre Regioni, come il Piemonte e le Marche, si sarebbero mosse in questa direzione anche alla luce di problemi emersi in alcune donne che hanno assunto la Ru486 in ambiente non ospedaliero e che ne hanno comportato il ricovero.
L’interrogazione è stata sottoscritta anche dai consiglieri Simone Pelloni, Maura Catellani e Valentina Stragliati