L’Ausl di Parma, con una comunicazione agli allevatori di suini arrivata dopo la Decisione di esecuzione dell’Unione Europea, non consente più agli stessi allevatori di vendere suini a privati, ma solamente ad altri allevamenti, dotati di codice aziendale, o verso macello. “Questa comunicazione va a proibire la tradizionale consuetudine invernale di macellare a domicilio un suino regolarmente acquistato e controllato anche dal punto di vista sanitario”, sottolinea il consigliere della Lega nord Fabio Rainieri, che ha presentato un’interrogazione alla giunta.
In altre province dell’Emilia-Romagna, questa comunicazione non sarebbe stata inviata dall’Ausl, ma sono in vigore ordinanze sindacali, che consentono la macellazione anche a privati non allevatori pur nel rispetto di rigorose prescrizioni: il limite temporale da novembre 2018 a febbraio 2019, il preavviso entro 48 ore da inviare in Comune o agli uffici veterinari dell’Ausl, le quantità da due a quattro suini per nucleo familiare e l’obbligo dei controlli ispettivi sulle carni macellate prima del loro consumo.
Quindi Rainieri interroga la giunta per sapere “se reputi che il divieto di macellazione domestica familiare a non allevatori sia un ingiustificato aggravio burocratico ed economico, nemmeno utile ai fini igienici e sanitari che possono essere comunque assicurati dalle rigide prescrizioni igieniche e sanitarie imposte agli stessi macellatori familiari con relativi accurati controlli obbligatori da parte delle Ausl e – aggiunge – se ritenga opportuno uniformare su tutto il territorio regionale la regolamentazione della macellazione domestica e famigliare di suini per non allevatori in modo da contemperare il rispetto sia della tradizione che delle esigenze igieniche e sanitarie”.
(Margherita Giacchi)